“Scrittori da una realtà parallela” è successo

Cronaca di 4 giorni di Rassegna letteraria, che sono finestre aperte sulla vita
Era un venerdì di tre anni fa, quando un italiano di 35 anni, con il suo compagno di cordata, tocca la vetta dell’Everest. Quel 13 maggio parrebbe il più grande sogno di ogni alpinista. Non è così per lui.
Perché la sua più importante imprese è un’altra: “Per me l’Everest ha rappresentato non un punto di arrivo ma un punto di partenza”. A dirlo è Andrea Lanfri. Lui è uno scalatore e un atleta toscano da guinnes: che con due protesi alle gambe e con solo tre dita alle mani ha compiuto un’impresa unica al mondo, arrivare sull’Everest.
A volte accade, Andrea lo ha fatto accadere, che dopo un doloroso recupero da una meningite fulminante, è possibile riprendere a camminare, correre, vivere una vita normale. È per questo che lo racconta: impegno, fatica, frustrazioni, tenacia sono stati l’anticamera di un sogno che si è realizzato, quello di essere se stesso e protagonista del proprio progetto di vita.

A Consuelo Pecchenino avrebbe potuto accadere di dover abbandonare la sua professione di artista e grafica a causa di un’emiparesi alla parte destra del suo corpo a causa di una diagnosi di SM (sclerosi multipla); racconta che “a causa della sclerosi multipla ha dovuto imparare a utilizzare l’altra mano per poter disegnare ancora. Riuscendo nell’impresa, ha potuto proseguire la sua professione di senior concept artist, specializzata nell’ideare e disegnare universi fantastici e visionari per studios internazionali di serie TV, film, giochi da tavolo“.
Di storie come queste, a Genova in questo quattro giorni, i ragazzi delle scuole ne hanno lette e ascoltate tantissime. Proprio dalla voce e con l’entusiasmo di chi ne è stato protagonista. E sono diventati libri. Bei libri. Come tributo ai momenti in cui la vita è dura, diventa capace di lasciarti da solo nel cuore e nell’anima, con una vita spezzata in due, e da cui ci si risolleva con dignità e con la voglia di tendere la mano agli altri.

La sua storia, Andrea l’ha scritta con Salvatore Vitellino in Over (edito da Solferino) e si legge tutto d’un fiato, con la meraviglia negli occhi.
La storia di Consuelo non parla di Everest ma è invece una dei ventitrè racconti normali eppure straordinari, che Danilo Bazzano con Filippo Martinelli Boneschi hanno raccolto nel loro Però ti vedo bene de La nave di Teseo.
Sono alcuni dei tanti libri che si sono presentati alla rassegna “Scrittori da una realtà parallela” che si è appena conclusa a Genova dal 6 al 7 e dal 12 al 13 marzo 2025.
Unica nel suo genere in Italia, si concentra sul mondo della disabilità e dell’inclusione, raccontando le storie di chi vive quotidianamente queste esperienze.
Sono libri che offrono una prospettiva unica sulla disabilità e l’inclusione, incoraggiando il lettore a riflettere sulla resilienza e la forza interiore.
“Le emozioni e le storie abitano nelle parole. Alcune viaggiano con gli odori e i sapori, parlano con gli occhi, con i suoni, strisciano con un bastone bianco sul marciapiede della nostra città: sono storie che vivono intorno a noi, in maniera inaspettata; e sono bellezza. Perché sono pagine di letteratura autentica, raccontano e parlano di disabilità. Ci voleva una rassegna interamente dedicata al tema della disabilità e dell’inclusione, all’interno della quale, a pieno diritto si danno appuntamento autori e scrittori che di disabilità, dolore e malattia hanno esperienza diretta e profonda, a farcelo capire. Chi l’avrebbe mai detto che l’esperienza della disabilità ha un’urgenza quasi viscerale di raccontarsi, che il suo rapporto sanguigno e fisico con la scrittura e con le parole ha qualcosa di magico. Perché dolore e malattia sono semplicemente vita” – scrivono gli organizzatori della rassegna.
13 i libri presentati e 20 autori a disposizione dei 250 ragazzi delle scuole che hanno partecipato all’evento. Sono numeri che fanno comprendere quanto la voglia di raccontare il mondo delle disabilità stia crescendo e che non sia affatto un mondo incomprensibile ai giovani e giovanissimi. Anzi. Cecità, sordità, malattie rare e genetiche, sclerosi multipla, autismo, sindrome down, amputazioni e pluriamputazioni sono mondi che vogliono conoscere, esplorare, comprendere.
Domande a raffica, con la voglia capire se ci sono modi per prevenire malattie complicate come la sclerosi multipla con sintomi difficili da gestire e con cui convivere con domande intriganti e dirette.
È stato bello ascoltare un illuminatissimo neurologo, Martinelli Boneschi – è tra i più noti ricercatori italiani che si occupa si sclerosi multipla- a spiegare e raccontare in maniera semplice ed elementare una tra le cose più difficili da dire sulla vita e sulla malattia: “che da certe malattie ancora non si può guarire, che un ricercatore e un medico, è persona che ha sempre da imparare, ascoltare e capire; un buon medico farà di tutto per cercare risposte, anche quando non ci sono, quando la scienza non le ha”.

Bello anche il dialogo tra i due autori, che nel racconto fluido e ironico di questo loro libro, sanno giocare sui loro ruoli, dove a volte è il paziente a dare una mano all’esperto, per spiegare con chiarezza che “da malattie come queste, che sono croniche, non si vince; semmai si gioca per raggiungere il pareggio”.
Eccola l’onesta verità di questa rassegna. Abbiamo bisogno di dialogo, di fare esperienza della vita. L’inclusione è nient’altro che questo. Uno spazio all’interno del quale fare esperienza incontrando l’altro: “Io credo fermamente – scrive Davide – che noi siamo luoghi, credo che ognuno di noi abbia dei colori, dei sapori, dei posti segreti nel proprio intimo da proteggere e delle strade al proprio interno da percorrere”.
Vero. Questa Rassegna, in questa quinta edizione, lo ha dichiarato: le persone vogliono condividere le proprie storie, vogliono aumentare la cultura dell’inclusione, far viaggiare informazioni corrette sulle malattie, sulla scienza, sulla disabilità, abbattere confini che isolano, chiudono, giudicano e discriminano. E sanno che frasi come “però ti vedo bene”, proprio come il titolo del libro, parole che si pronunciano quando si incontrano persone con una malattia cronica e invalidante come la SM, patologia che vanta un patrimonio di sintomi invisibili pesanti, con un impatto pesante sulla vita quotidiana, è una frase che diventa un coltello affilato, che scava nel cuore dell’esperienza quotidiana.
Qui lo tocchi, lo assapori, lo vedi, il potere immenso della parola. Le parole mordono, possono fare male; ma possono curare e unire, costruire legami smuovere le coscienze. E ti portano a viaggiare con Alessandro Bordini, non vedente, che esplora il mondo con il suo bastone bianco, con il suo Il giro del mondo come non lo avete mai visto, e tratta temi di avventura, scoperta e resilienza. Mostra per davvero come la disabilità non sia un limite alla realizzazione dei propri sogni e a farci conoscere un mondo che non ti saresti mai aspettato.
Tanti gli Everest raccontati e conquisati in questa rassegna letteraria. Basta farsi prendere per mano e saper ascoltare: “in queste pagine troverete forza, speranza e ispirazione”, scrivono Francesco Vacca e Rachele Michelacci, rispettivamente Presidente e Vice Presidente nazionale di AISM.
Anche, sì. Ma troverete soprattutto emozioni. Di quelle belle, scritte bene e raccontate per diventare valore, oltre l’ovvio, la malattia o la disabilità.


Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.