Adele Patrini: “La voce delle pazienti può cambiare la sanità”

Oggi Pink Society ti racconta la storia di Adele Patrini, sopravvissuta tre volte al tumore al seno e oggi portavoce appassionata delle pazienti oncologiche. Presidente di CAOS Varese, Adele trasforma il dolore in attivismo, guidando una rete di donne che chiedono ascolto, cura e dignità. La sua voce – ferma, dolce, potente – è un esempio di come l’esperienza personale possa cambiare davvero il modo in cui curiamo (e viviamo) la salute femminile.
Quando la malattia diventa una voce che cura
C’è un momento, nella vita di molte donne, in cui tutto cambia. Per Adele Patrini, quel momento è arrivato tre volte. Tre diagnosi di tumore al seno. Tre nuovi inizi da zero.
Eppure, anziché spegnere la speranza, la malattia le ha acceso una missione: far sentire la voce delle pazienti oncologiche, renderla potente, utile, ascoltata. Una voce capace di incidere sulle scelte politiche e sui protocolli sanitari.
Nel video che trovi più in basso in questa pagina (e che ti consigliamo di guardare fino in fondo), Adele racconta con chiarezza e passione cosa significa davvero “essere pazienti” oggi. Non più figure passive, ma laureate in cancro, come ama definirle. Donne che mettono la propria esperienza al servizio delle altre, e delle istituzioni.
60.000 diagnosi di tumore al seno l’anno: dietro i numeri, i volti
Ogni anno, in Italia, oltre 60.000 donne ricevono una diagnosi di tumore al seno. Un dato importante, che Adele ci invita a leggere non solo da un punto di vista medico, ma anche sociale, culturale e antropologico. Perché dietro ogni cifra, c’è una storia, un volto, una famiglia.
La buona notizia è che oggi, grazie alla diagnosi precoce e alla presa in carico nei centri di senologia specializzati (breast unit), oltre il 95% delle pazienti può guarire. Ma c’è un “patto”, spiega Adele: la cura deve essere tempestiva, umana, multidisciplinare. Deve partire dai bisogni reali della donna, non solo dalla sua cartella clinica.
Multidisciplinarietà, personalizzazione, rete
Sono queste le tre parole magiche che guidano il lavoro delle breast unit e delle associazioni come CAOS Varese, di cui Adele è presidente. Multidisciplinarietà significa far lavorare insieme oncologi, radiologi, psicologi, infermieri, fisioterapisti. Personalizzazione vuol dire riconoscere i desideri, le emozioni, i vissuti delle pazienti. E rete significa connettere tutte queste risorse in un sistema coeso, accessibile e solidale.
La voce delle pazienti, in questo contesto, non è un elemento di contorno. È parte integrante del team. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce che il 40% dell’efficacia nella lotta contro il cancro dipende dalla componente psicosociale. E chi meglio delle donne che ci sono passate può contribuire a questa dimensione?
Prendersi per mano: il ruolo dell’ascolto
CAOS non è solo un acronimo. È un abbraccio. Un centro di ascolto per donne operate al seno che accompagna ogni paziente — e i suoi cari — nel famoso percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo. Adele lo racconta con delicatezza e fermezza: “Non si tratta solo di curare, ma di umanizzare la cura. Di trasformare la rabbia in energia, il dolore in trasformazione”.
Nel suo racconto, le pazienti diventano diariste di un esercito creativo, che combatte con strategie originali, amore e determinazione. L’obiettivo è restituire autonomia decisionale, costruire percorsi di consapevolezza e affermazione, fare lobby positiva con le istituzioni per migliorare i diritti delle pazienti oncologiche.
Una rete che unisce 700 associazioni
Adele Patrini è anche delegata regionale di FAVO – Federazione delle Associazioni di Volontariato Oncologico e rappresentante di Europa Donna Italia, il movimento fondato da Umberto Veronesi per i diritti delle donne con tumore al seno. Insieme, queste realtà contano 25.000 volontari e oltre 700.000 iscritti. Una rete enorme, che lavora ogni giorno per una sanità più vicina, più giusta, più femminile.
Guardare oltre la malattia
“Guarire non significa solo eliminare la malattia. Significa ritrovare sé stesse, rimettere in moto la vita, avere voce in capitolo”.
Con queste parole, Adele chiude il suo intervento. Ed è questo il messaggio che Pink Society vuole rilanciare alle sue lettrici: non siete sole. Le parole, quando sono condivise, possono curare. E cambiare le cose, davvero.
Guarda ora il video integrale
Non perdere l’intervista completa ad Adele Patrini: una testimonianza intensa e illuminante, da ascoltare con il cuore e con la mente.
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Direttore di Pink Society
Direttore scientifico di Pianeta Salute 2.0 trasmissione TV, biologa, giornalista pubblicista, avida lettrice, amante del cinema e delle maratone TV, ha l’animo della viaggiatrice e spera di poter tornare a farlo presto in serenità ♥