Pink Society

Magazine per la crescita personale femminile

Ho provato per 30 giorni il rituale di gratitudine “3 cose per sono grata oggi”. Ecco cosa è successo

Ho provato per 30 giorni a scrivere “3 cose per cui essere grata”. Ecco cosa è successo

Hai mai provato a chiudere la giornata con un rituale di gratitudine, appuntando tre piccole cose per cui essere grata? La Rosy – blogger, coach e mamma funambola del multitasking – l’ha fatto per 30 giorni di fila e, tra quaderni distrutti dal gatto e post-it a forma di cuore, ha scoperto che la gratitudine è un super-booster di buonumore (e di sonno profondo!). In questo articolo ci racconta tutti i benefici scientifici, i pasticci domestici e il twist finale che non ti aspetti. Spoiler: la positività è contagiosa!

Care amiche di PinkSociety, qui è la vostra La Rosy che vi scrive con le dita ancora macchiate d’inchiostro (ok, di penna glitter fucsia) e il cuore pieno di emoji a forma di stelline.
Perché oggi vi racconto la mia ultima, epica challenge dei 30 giorni: scrivere, tutte le sere, tre cose per cui dire grazie alla vita.
Spoiler: non mi sono trasformata in una di quelle guru che vi dicono “sii luce, mangia aria e respira tramonti”, ma… qualcosa di magico – e un po’ esilarante – è decisamente accaduto. 🪄

Perché l’ho fatto (e perché forse dovresti farlo anche tu)

Tutto è cominciato in una di quelle giornate in cui neanche il cappuccino con doppia schiuma riesce a metterti in moto.
• La prima di una serie di call di lavoro del mattino stava per iniziare e il mio laptop aveva deciso di non accendersi.
• Mia figlia sperimentava il clarinetto dalle 7:15 del mattino.
• Il mio adorato marito s’era “accidentalmente” bevuto il mio ultimo yogurt proteico.

Insomma, il caos quotidiano..

Scorrendo Instagram, qualche giorno prima mi era saltato all’occhio un post: “La gratitudine può riprogrammare il cervello in 21 giorni” senza farci troppo caso. Ma poi la scienza mi tirò per la giacca: ho trovato un altro articolo in cui spiegavano come studi della University of California dicono che registrare regolarmente ciò per cui siamo grati aumenta serotonina e riduce cortisolo (l’ormone dello stress per eccellenza).¹

Ehi, Rosy, mi sono detta, se funziona sui neuroni degli universitari, figurati sui miei che viaggiano a latte di soia e biscotti integrali! Così è nata la missione: per un mese intero, ogni sera prima di dormire, appuntare tre motivi di gratitudine sul mio quadernino rosa che ho chiamato il mio Diario di Gratitudine.

Regole (realistiche) della challenge

  1. Massimo 5 minuti. non serve tanto tempo, 3 cose positive, 3 cose scritte, e basta.
  2. Niente è troppo piccolo: vale tutto, dal “ho trovato parcheggio al primo colpo” a “esiste la pizza surgelata”.
  3. Costanza > perfezione. Se non trovo il quaderno, lo scrivo sull’app Note – l’importante è farlo.

I primi 10 giorni: entusiasmo… e tentativi di sabotaggio

Giorno 1

Scrivo che sono grata per:

  • Il bacio di mio figlio con residui di biscotto (bonus scrub al viso gratis).
  • La consegna puntuale di un pacco (arrivati i miei nuovi leggings!).
  • Il messaggio di una collega che mi chiama “wonderwoman” e mi sostiene sempre.

Risultato? Mi addormento con un sorrisetto da emoji felice. 😊

Giorno 4

Scopro l’effetto collaterale n. 1: anche i bambini vogliono partecipare.

Mio figlio decide che è grato per i “biscotti dallo spazio” (non esistono, ora dovrò inventarli). Il clarinetto di mia figlia celebra l’evento con un do di petto. Mi sale un principio di mal di testa, ma… scrivo che sono grata per il concerto casalingo (e per gli auricolari).

Giorno 7

La ruota gira: tachicardia da scadenze lavoro+famiglia. Mi siedo sul letto, esausta.
Ecco la magia: mentre cerco le “tre cose”, mi accorgo che il cervello ripesca momenti del giorno che avevo ignorato: la cassiera che mi ha fatto un complimento sul rossetto, il cielo rosa di questa mattina presto, la to-do list di lavoro finita. Micro-attimi che diventano maxi-pillole antistress.

Giorno 11-20: la curva della consapevolezza (con imprevisto felino)

La routine prende piede: penna, quaderno, lucina soft. Mi accorgo che:

1. Cambio filtro mentale. Durante la giornata mi dico: “Oh, questo finirà nella lista stasera!”. Risultato: sono più presente, noto più sfumature, meno pilota automatico.

2. Contagio positivo. mio marito, scettico, mi osserva. Al giorno 13 si unisce: scrive tre grazie sul retro della lista della spesa. Scopro che è felice perché ho smesso di “brontolare per il tappo del dentifricio”. Touchée.

Giorno 17, ore 23:47

Entro in camera, trovo il quaderno “assassinato”. Colpevole: il gattone Sushi che ha confuso (?) la spirale con un topo. Per un attimo voglio scrivere “sono grata per la pazienza zen” ma mentirei: a livello zen in quel momento sono al grado “basic”.
Twist: trasformo il disastro in creatività – compilo la lista sul muro della camera… con post-it a forma di cuore! Il gatto non è interessato ai post-it; io mi addormento avvolta in una nuvola di gratitudine fluorescente.

Ultimi 10 giorni: benefici tangibili (+ un finale inaspettato)

Beneficio #1 – Sonno più dolce

Addormentarsi pensando a cose belle placa la ruminazione mentale. L’Apple Watch dice che il mio sonno profondo è aumentato di 18 minuti medi a notte.

Beneficio #2 – Dialogo interno più gentile

Ho smesso (quasi) di dirmi “non hai fatto abbastanza”. Ora il mantra è: “Hai già fatto tanto, puoi fare il resto domani”.

Beneficio #3 – Relazioni più luminose

Ringraziare gli altri a voce alta – “grazie per il tuo aiuto su questo progetto di lavoro”, “grazie per aver sparecchiato” – li fa sentire importanti, visti, partecipi di qualcosa.

30 giorni di gratitudine

Cosa è successo davvero dopo 30 giorni?

L’a’ultima sera mi preparo a scrivere come sempre, quando mio figlio mi porta un foglio: ha disegnato un cuore gigante e sotto, in stampatello, ha scritto: “GRAZIE MAMMA PERCHE’ SEI DIVERTENTE” (sì, l’apostrofo latita, ma la commozione no).
Boom! Il cerchio della gratitudine si chiude: ciò che coltivi, alla fine fiorisce anche attorno a te.

E il twist finale?
Il giorno 31 suona il campanello: consegna a sorpresa di una box di cupcake rosa.
Mittente anonimo.
Dentro, un biglietto: “Grazie per avermi ispirata a vedere il bello ogni giorno :)”.
Ancora oggi non so chi me l’abbia mandato! Mio marito? Non credo. Una collega forse? La vicina di pianerottolo? Non lo so!
Morale: la gratitudine ha un raggio d’azione enorme. 💗

Il mio verdetto finale

Vale la pena? Sì! Continuerò a farlo? Sì, sì e ancora sì.

  • È low-cost (ti serve un quaderno, anche una vecchia agenda, o l’app Note).
  • È veloce (5 minuti vs ore di scrolling ansiogeno).
  • È contagioso in senso buono (niente mascherine necessarie!).

Consiglio pratico: mettete il quaderno sul cuscino al mattino: la sera non potrete ignorarlo. E se il peloso di casa lo distrugge, passate ai post-it. Creatività 1 – sabotaggio 0.
E se non vuoi farlo la sera? Fallo al mattino come prima cosa, e inizierai la giornata con positività.

E ora tocca a te!

Prova per una settimana e raccontami nei commenti sui social com’è andata. Magari fra 30 giorni ci ritroviamo tutte qui, con cuori, gatti artisti e e cuori ricolmi di gratitudine.


¹ Fonte: Emmons & McCullough, Counting Blessings Versus Burdens, Journal of Personality and Social Psychology.