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Libro della settimana: ToD di J.T. Tenebra

ToD di J.T. Tenebra: il libro che ti farà dubitare di tutto, anche di te stessa

Dopo il successo di The Best, Jude torna in ToD, il seguito non convenzionale che si legge come un viaggio nella mente umana, tra ironia, delirio e profondità emotiva. Un romanzo tagliente, poetico e folle, che trasforma ogni pagina in una domanda. Per chi ama i libri che non consolano, ma liberano.

Care Pink Ladies,
quando uscì The Best, ci sembrava di aver trovato un nuovo eroe oscuro della narrativa contemporanea. Jude, protagonista assoluto, era tutto ciò che una mente inquieta può desiderare: carismatico, geniale, borderline. Un uomo capace di passare dalle vette della finanza al fondo più nero di se stesso, in una parabola tragica e affascinante.

In quel primo romanzo, Jude affrontava un’accusa spietata, forse infondata, forse meritata. La linea tra realtà e delirio si faceva sempre più sottile, e a noi lettrici restava addosso la domanda: è colpevole o vittima? The Best ci ha fatto innamorare di una storia disturbante, ironica, intelligente. E soprattutto, ci ha lasciate in sospeso.

E ora eccolo, ToD: non un semplice seguito, ma il compimento. Il cerchio si chiude. E non lo fa con un rassicurante “lieto fine”, ma con una discesa consapevole – e spesso dolorosa – nelle stanze imbottite della mente e del cuore.

Jude è rinchiuso nell’ospedale psichiatrico NYS, dove ogni giorno si ripete tra infermieri picchiatori, sedativi come caramelle e letti d’acciaio. Ma è davvero finita? No. Perché Jude ha iniziato a scrivere. Un manoscritto. La sua storia, o forse la sua terapia. O forse solo l’ennesima menzogna.

Il bello di ToD è che non ci dà risposte, ma ci fa venir voglia di porci tutte le domande. Tra battute irresistibili e passaggi di struggente lucidità, tra deliri filosofici e tenerezze inaspettate, seguiamo Jude in un percorso che somiglia a quello di tanti: voler dare un senso al dolore, voler ancora essere ascoltati. E magari, perdonati.

I personaggi magnetici che circondano Jude trasformano il racconto in un dialogo sull’anima, Dio, l’aldilà, la colpa e la scrittura. Tutti temi troppo grandi per una cella di otto metri quadri, eppure perfetti in bocca a questi matti illuminati.

C’è da ridere (perché J.T. Tenebra ha una penna tagliente e comica), c’è tanto da pensare, e anche tanto da amare. ToD non consola, ma ci fa compagnia. E forse, è proprio questo il suo potere.

Un libro che non si legge: si sente, si ascolta. Come una voce nella testa. Come la verità che, alla fine, è sempre un po’ pazza.

Con affetto e un pizzico di follia (lucida),
al prossimo libro,
la vostra Ursula