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Ricostruzione del seno dopo una mastectomia: oggi è possibile farlo in modo naturale (e tutto italiano)

ricostruzione mammaria con grasso autologo crioconservato

Dopo una mastectomia, ricominciare a guardarsi allo specchio con serenità è un passaggio delicato. Ma oggi, grazie a una tecnica innovativa e tutta italiana, la ricostruzione del seno può essere più dolce, meno invasiva e finalmente naturale.

Parliamo della ricostruzione mammaria con grasso autologo crioconservato: un’alternativa rivoluzionaria alle protesi, che utilizza il proprio grasso corporeo, raccolto al momento dell’intervento e conservato in “banca” per essere reinserito nei mesi successivi, a piccole dosi, secondo i tempi della guarigione e della persona.

Il corpo come alleato

Il grasso viene prelevato durante la mastectomia e poi conservato fino a tre anni, pronto per essere riutilizzato senza bisogno di nuovi prelievi o ulteriori anestesie. In questo modo si possono evitare molteplici interventi, ridurre tempi e stress, e soprattutto favorire una ricostruzione più armoniosa e rispettosa del corpo.

“È una metodica tutta italiana”, spiega il professor Roy De Vita, pioniere della chirurgia plastica oncologica, “che elimina il problema principale del lipofilling tradizionale: la necessità di ripetere più volte la procedura. Così si semplifica il percorso e si alleggerisce anche il carico sul sistema sanitario”.

Non solo estetica, ma benessere

Questo approccio non riguarda solo l’aspetto estetico. Tocca qualcosa di più profondo: la riconnessione con se stesse, la possibilità di sentire il proprio corpo ancora “intero”, senza corpi estranei, nel rispetto dei propri ritmi.

A sottolinearlo è anche il professor Giorgio De Santis, docente a Modena e tra i primi ad applicare la tecnica:

“Con il grasso crioconservato possiamo ricostruire il seno in modo più naturale, con risultati ottimali anche senza protesi. È una modalità che restituisce fiducia e senso di controllo”.

Il punto di vista delle pazienti

Ma per le donne, non basta l’innovazione: servono ascolto, informazione e consapevolezza. Lo ricorda Rosanna D’Atona, presidente di Europa Donna Italia:

“Le pazienti devono conoscere tutte le opzioni disponibili. Ogni donna è diversa, ha bisogni diversi, e ha diritto a scegliere in modo consapevole. La vera innovazione è quella che mette le donne al centro”.

Una scelta che guarda al futuro

Oggi questa metodica è già realtà in Emilia-Romagna, presso il Centro Nazionale Trapianti di Cesena. Il grasso può essere conservato fino a tre anni e reinnestato in modalità ibrida (piccola protesi + grasso) o completamente autologa, offrendo flessibilità e personalizzazione.

Per tante donne, significa poter scrivere un nuovo capitolo della propria storia con dolcezza, nel rispetto della propria identità, della propria pelle, delle proprie cicatrici.


Se stai affrontando un percorso oncologico o conosci qualcuno che lo sta vivendo, sappi che ci sono strade nuove, più gentili. E che il corpo può diventare di nuovo un alleato, non un campo di battaglia.

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