Libri: Camille di Pierre Lemaitre
Pierre Lemaitre chiude la trilogia dedicando il volume al suo protagonista, Camille Verhoeven.
Dopo la scomparsa violenta della moglie Irene, il comandante si trova a fare i conti con la sua vita, con le regole della professione, la perdita di altri affetti, inghiottiti dalle conseguenze di lacerazioni e di ferite troppo profonde da rimarginare. Eppure a Camille la vita sembrava aver riservato una nuova occasione: una giovane donna, Anne, bella, forse troppo, comparsa dal nulla: un nulla comprensibilmente e umanamente ignorato dall’uomo Camille, ma che avrebbe dovuto far riflettere il poliziotto. Una donna con la quale ricominciare? condividere? o semplicemente grazie alla quale non pensare. E quando la realtà gli bussa alla porta, Verhoeven deve tornare a pensare da poliziotto, per salvare il salvabile. E per farlo chiede aiuto nientemeno che all’assassino di sua moglie, che in carcere ha intessuto una fitta trama di conoscenze e di scambi di favori. E anche qui, come già in Alex, poco importa se alla fine la giustizia non coinciderà con la verità.
In breve la storia. Anne Forestier sta entrando in una gioielleria in pieno centro a Parigi, quando improvvisamente viene aggredita da un gruppo di rapinatori che la picchiano selvaggiamente e la sfigurano. La donna riesce miracolosamente a sfuggire alla follia assassina e viene trasportata d’urgenza in ospedale. È l’unica testimone e ha visto in faccia chi l’ha ridotta in quel modo. Anne Forestier non è una donna qualunque: è l’amante di Camille Verhoeven. Sconvolto, il comandante si getta anima e corpo in questa nuova indagine, che per lui è a tutti gli effetti una questione personale. La caccia al colpevole si fa sempre più drammatica. Verhoeven capisce con chi ha a che fare, ne conosce abitudini e malefatte e sa che Anne è in pericolo, perché quell’uomo farà di tutto per eliminarla. Si arriva così ad un faccia a faccia drammatico tra i due dove Anne è la posta in gioco. Toccato profondamente nel suo intimo, Camille Verhoeven diventa un uomo violento e implacabile, fino a dimenticare e a sacrificare tutti i suoi principi.
Al termine, insieme alle macerie, rimane sullo sfondo una domanda irrisolta: in questa vicenda chi è in realtà il cacciatore e chi la preda?
Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.
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