Non è un leprotto. È un super leprotto! L’ha dipinto Albrecht Dürer
A questo leprotto i critici hanno sempre rimproverato di non essere perfetto: secondo loro ha le orecchie troppo lunghe.
Ma è simpatico da matti. Gli va riconosciuto che sono proprio le sue orecchie lunghe e rigide (sembra persino tremare per la paura) a dargli quell’aria di simpatia che lo fanno sembrare vivo.
Fu dipinto ad acquerello e guazzo più di cinque secoli fa da Albrecht Dürer. Fu ritratto su un piccolo cartoncino (misura 21,5 x 22,6 cm) e riporta il monogramma del pittore con la data (1502), posti proprio al centro del foglio.
È un piccolo capolavoro di espressività e di grande fascino. Inutile dire che è tra i più famosi acquerelli realizzati da Dürer, ora custodito gelosamente nel Museo dell’Albertina a Vienna.
Ha una storia che fa scalpore, questo leprotto: si racconta che negli anni ’60 fu venduto da un (ignaro) collezionista americano per sole 300 mila lire, pensando fosse il semplice esercizio grafico di un meticoloso naturalista.
Errore e orrore! Non era solo un bel leprotto degno di essere l’apparato iconografico di una manuale di zoologia. Era un capolavoro datato e firmato da uno dei più celebri artisti della storia dell’arte: il monogramma AD è la sigla di Albrecht Dürer.
E fu così che il nostro leprotto fece il giro del mondo; fece armi e bagagli e salì su un aereo con il suo nuovo proprietario, trasferendosi da un polveroso salotto newyorkese, alle stanze di una reggia.
Ora è l’incantevole anfitrione del più grande palazzo residenziale asburgico di Vienna, uno dei più bei musei del mondo.
La sua storia finisce qua? Assolutamente no: guardatelo bene, il nostro leprotto: avvicinatevi al suo musetto… la riuscite a vedere la finestra dello studio di Dürer? È riflessa sulla cornea dell’occhio sinistro come se fosse una lente d’ingrandimento. Nessun pittore è uguale a lui: questo leprotto è pura magia; è un super leprotto.
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.