Splendida, imponente, erotica: la Madonna del Latte di Jean Fouquet è la più femminista che c’è
Non è un’icona di un mazzo per i tarocchi di corte. È una Madonna del latte, ma non sembra neppure una Madonna: non ne esiste una meno verginale e devota di questa.
È ghiaccio puro che ti dà i brividi, come se questa Madonna fosse un demone orgoglioso e malizioso. Non ha nulla di sacro. Sembra più una cortigiana, una regina erotica e altera, orgogliosa, della propria bellezza: be what you want, sembra dire a chi la guarda.
Ha la pelle d’avorio e una conturbante sensualità che si unisce a una gelida e composta eleganza. La sua fronte è rasata secondo i dettami della moda del Rinascimento, ha un seno e fisico da urlo; ce lo mostra senza alcuna reticenza: è sexy come le più richieste modelle che sfilano sulle passerelle di moda internazionali. Chi è costei?
Si chiama Agnes Sorel: era la scandalosa e bellissima amante di re Carlo VII di Francia. Le cronache quattrocentesche, il gossip dell’epoca, ne dichiaravano ammirate l’eleganza:
“le sue vesti e di gioielli erano di rara bellezza, possedeva pellicce di martora e sete d’Oriente, gli strascichi delle sue vesti erano le più lunghe di tutto il Regno…teneva a mostrare ciò che aveva di più bello e spesso scopriva le spalle ed il petto.”
Dell’iconografia tre-quattrocentesca della Madonna del latte, quella rappresentata da Jean Fouquet intorno al 1450-1455, è quella più attuale e moderna di tutti tempi. Perché è improbabile, scandalosa, bella, lussuriosa, superba, magica.
Qualche storico l’ha descritta come un demone quasi luciferino, illuminato da una luce fredda e tagliente, che è priva di sfumature: non sempre piace. Circondata da cherubini rossi e serafini blu, questa Madonna incute davvero una sorta di timore reverenziale, un brivido di erotismo e un’alchimia magica a chi la guarda(va) con sospetto. Ma a tutte le donne al suo cospetto sembra invece voler dire: be as you are.
Questo magnifico e insolito quadro è solo una parte del Dittico di Melun, che nel 1455 (circa) fuposto su uno degli altari della cattedrale di Melun: una partedell’opera, realizzata per il monumento funebre di Etienne Chevalier, tesoriere di re Carlo VII, rappresento accanto al suo un omonimo Santo Stefano, vestito con abiti ricchissimi, degli della corte di un re potente; un’altra ritraeva proprio la signora ‘dal bel seno’, così veniva definita all’epoca la bella e scandalosa Agnes, che morì a soli ventotto anni a causa di un aborto o per un possibile avvelenamento da mercurio, perché di fatto fu la cortigiana più influente e potente di corte.
Questo dipinto si trova al Koninkljjk Museum voor schone Kunsten di Anversa; è considerato il capolavoro di Fouquet, che fu il più grande miniaturista del XV secolo.
Splendida, imponente, erotica. Non si è mai vista una Madonna così!
Difficile dimostrarlo, ma un’opera come questa credo sia stata ispirata da una donna. Non esiste nulla di più laico e grande di una donna: Madonna o no, sarà sempre il simbolo di infiniti mondi.
Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.