Libri: Il Nido di Roger Annen
Non posso dire che Eliana, la mia compagna di banco al lavoro, non mi avesse avvisato. E lo stesso autore, che invece è il suo compagno nella vita, nella dedica al libro mi aveva a suo modo avvertito, augurandomi una buona immersione nelle profondità del Nido.
Non li ho ascoltati, non che me ne sia pentito. Solo che uscirne non è stato facile. E anche adesso che sono tornato, penso che per un po’ mi guarderò le spalle.
550 pagine a precipizio in un mondo parallelo, dove non ci sono cattivi, ma il male assoluto, che Roger Annen racconta con grande abilità, senza mai perdere il ritmo, dosando molto bene i momenti e il crescendo del pathos. A me non era mai successo con un thriller – e un po’ ne ho letti – di essere attratto dalla lettura e allo stesso tempo di temere di passare da un capitolo di transito a quello successivo.
Prima di raccontare un attimo di contesto, solo altre due cose. Il Nido non finisce qui, c’è un seguito. La seconda è che il mio pregiudizio sulla poca fantasia degli svizzeri è svanito, scomparso per sempre (avevo scritto: morto e sepolto, ma meglio usare metafore meno definitive). Lo confesso a Roger Annen, sperando non dica a Bambino del mio peccato originale.
Peter Phan è un ex poliziotto svizzero, sulla quarantina, esperto di arti marziali, divorziato da poco e con una figlia adolescente, Sam, affidata alla madre. Per una serie di circostanze che non sto a dire, Sam gli capita a casa per passare una settimana con lui. Durante un’escursione in montagna la ragazza e i suoi tre amici si imbattono in un personaggio inquietante a cui chiedono informazioni. Non sanno ancora che quello per loro sarà il primo passo verso l’inferno. Quell’uomo, Darko, è il fondatore di una setta che vive sottoterra, in un villaggio di montagna, con un’organizzazione interna e riti inimmaginabili, con demoni veri e ossessioni evocative di altrettante creature da girone dantesco. A Darko bastano quei pochi secondi in cui incrocia lo sguardo di Sam per decidere che è lei la prescelta. La fa rapire dai suoi adepti e la porta nel Nido. Quello che accadrà da quel momento in poi, cosa farà Peter Phan, aiutato da un gruppo di amici fidati, per salvare la figlia, è meglio che lo scopriate da soli.
Vi avviso: entrate nel Nido con cautela e soprattutto ricordatevi dov’è l’uscita.
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Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.