Cura e Supporto per i Malati di SLA
Dalla cronaca apprendiamo che è venuto a mancare a causa della SLA il marito di Sandra Bullock, Bryan Randall, morto a 57 anni dopo una lotta di tre anni contro questa malattia degenerativa. Sandra e Bryan si erano incontrati nel 2015 quando lui era stato scelto per fotografare il compleanno del figlio di lei, Louis, adottato nel 2010. La sua morte è stata confermata dalla famiglia che ha chiesto riservatezza per il loro dolore.
Cos’è esattamente la SLA; questa malattia di cui si sente (ancora) troppo poco parlare?
La Sclerosi Laterale Amiotrofica è una malattia degenerativa del sistema nervoso che solitamente colpisce individui tra i 50 e 70 anni, con una leggera prevalenza nei maschi. Questa malattia influisce sui sistemi motori, causando alterazioni nella funzione e motilità degli arti, della fonazione, della deglutizione e della respirazione.
Oggi vogliamo affrontare un argomento di grande importanza che riguarda direttamente le famiglie e i pazienti affetti da SLA, e che, purtroppo, spesso passa sotto silenzio: le differenze di assistenza che in Italia esistono tra diverse regioni.
Qualche settimana fa, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare la toccante testimonianza della dottoressa Nicoletta De Rossi, Presidente dell’Associazione conSLAncio, una figura forte e coraggiosa che ci ha condiviso la sua esperienza e le difficoltà che lei e la sua famiglia hanno affrontato mentre cercavano di prendersi cura di un familiare affetto da SLA.
Quello che emerge con chiarezza è che l’assistenza per i pazienti di SLA non è omogenea in tutto il nostro paese. Questa situazione crea non solo disagio, ma addirittura sofferenza nelle famiglie che devono fare i conti con questa malattia così impegnativa. La SLA, come sapete, è una condizione che rende non autosufficienti coloro che ne sono colpiti, e qui è dove la situazione diventa complessa.
La dottoressa De Rossi ci ha spiegato quanto sia fondamentale un supporto socio-sanitario adeguato. Parliamo di un’assistenza completa che non si limita solamente alle cure mediche, ma che coinvolge l’intera rete di servizi e supporti necessari a garantire una qualità di vita decente a questi pazienti e alle loro famiglie.
Ecco dove entrano in gioco le differenze tra regioni. In alcune parti d’Italia, come abbiamo appreso, i malati di SLA ricevono un sostegno considerevole, con assistenza continua per molte ore al giorno. Tuttavia, in altre zone, la situazione è molto diversa. Alcuni pazienti devono affrontare la malattia praticamente da soli, con poche ore di assistenza alla settimana.
Immaginatevi solo quanto possa essere straziante trovarsi in una situazione del genere, in cui il livello di supporto può variare così drasticamente a seconda di dove vivi. È un vero e proprio paradosso che malati con le stesse necessità possano avere esperienze così diverse a seconda della regione in cui si trovano.
Oltre alle differenze nell’assistenza, c’è un altro aspetto che merita la nostra attenzione: il ruolo dei caregiver. Questi eroi anonimi svolgono un lavoro incredibilmente importante, dedicando tempo ed energie per prendersi cura dei propri cari. Tuttavia, il loro ruolo spesso passa inosservato e non viene adeguatamente riconosciuto e tutelato.
Ascoltare la storia della dottoressa De Rossi, che ha dovuto persino abbandonare il suo lavoro per potersi dedicare a tempo pieno all’assistenza del suo familiare malato, ci fa riflettere sulla necessità di un cambiamento. È importante che il contributo dei caregiver venga valorizzato e supportato in modo adeguato, affinché possano continuare a svolgere il loro ruolo prezioso senza compromettere la loro vita professionale e personale.
L’esperienza della dottoressa De Rossi ci ricorda quanto sia importante parlare apertamente delle sfide e delle disuguaglianze che esistono nella nostra società, anche quando si tratta di argomenti difficili come la SLA. Dobbiamo lavorare insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica e per cercare di garantire un supporto omogeneo e adeguato a tutti coloro che ne hanno bisogno, indipendentemente dalla regione in cui vivono.
Sebbene ci sia ancora molto da fare, ascoltare storie come quella della dottoressa De Rossi ci ispira a continuare a lottare per un cambiamento positivo. Un cambiamento che possa portare un sorriso e un sollievo a tutte le famiglie coinvolte in questa sfida quotidiana. E ricordate, il cambiamento parte da noi!
Per seguire conSLAncio: https://www.conslancio.it
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