Leonardo da Vinci e il suo selfie ante litteram: (cioè l’autoritratto più famoso della storia)

Torna la rubrica della nostra Enrica Marcenaro:
L’arte che non ti aspetti: storie, pettegolezzi e confessioni dai dipinti più famosi
Credevate che il selfie fosse una moda recente, magari nata con l’arrivo dei filtri glitterati e dei ring light rosa? Ripensateci. Perché a quanto pare, uno dei primi autoscatti della storia lo ha fatto nientemeno che Leonardo da Vinci. In un’epoca in cui non esistevano fotocamere, l’artista toscano si è armato di carta, sanguigna e – probabilmente – un buon motivo per fissarsi addosso con quel sopracciglio accigliato che lo ha reso celebre.
Nel suo articolo ironico e illuminante, Enrica Marcenaro ci accompagna alla scoperta dell’autoritratto conservato alla Biblioteca Reale di Torino, tra dibattiti accademici e battute brillanti. Perché, diciamolo: se Leonardo avesse avuto un profilo social, avrebbe dominato il feed.
Avviso alle lettrici: se pensate che il selfie sia un’invenzione dei giovani influencer di Instagram, mi sa che siete fuori strada. C’è una notizia che potrebbe farvi cadere lo smartphone di mano: a farsi uno dei primi selfie della storia, è stato Leonardo da Vinci.
Già. Niente filtri, niente ring light, niente Photoshop. Solo genio, carta e un colpo di sanguigna.
Non aspettatevi però un Leonardo giovane, con i riccioli al vento e un sorriso da modello rinascimentale, perché il famoso autoritratto ce lo mostra con un’aria da mago medievale e lo sguardo serio, quasi severo, come a dire: “Siete proprio sicuri di voler entrare nella mia mente?”
Questo autoritratto è un’istantanea vera e propria, un disegno a sanguigna su carta, conservato nella Biblioteca Reale di Torino. Un piccolo foglio, datato attorno al 1515 circa, che è diventato nel tempo una celebrità assoluta. Talmente famoso che, se Leonardo avesse avuto un profilo social, questo sarebbe stato sicuramente la sua foto profilo su LinkedIn (con la dicitura: “Genio Universale – disponibile per consulenze su qualsiasi cosa”).
Ma siamo davvero sicure che si tratti di un autoritratto? Gli studiosi si dividono.
Alcuni dicono: “Sì, è lui: vecchio, saggio, geniale e un po’ scorbutico”.
Altri sospettano che possa essere uno studio anatomico, o un ritratto ideale di un filosofo antico.
Ma diciamoci la verità: quel sopracciglio accigliato… è decisamente lo stesso che uno fa quando cerca di capire il sistema prospettico leonardesco alle 8 del mattino.
In un’epoca in cui l’autoritratto era riservato a re, santi e madonne, Leonardo si guarda allo specchio e dice: “Facciamola finita, disegniamoci”. Ma, a differenza degli autoritratti glamour che ci aspettavamo da un uomo del Rinascimento, il suo è tutto rughe, sguardo fisso e barba da oracolo. Come a volersi immortalare lì per lì, in un momento qualsiasi, ma senza hashtag. Lasciandoci uno dei primi autoritratti psicologici della storia dell’arte, e senza nemmeno usare uno specchio con cornice dorata.
Un selfie perfetto.

Vive e lavora a Genova, insieme ai suoi libri, dove svolge la propria attività di giornalista professionista e studiosa di storia della critica d’arte e Futurismo. Convive con la SM da 18 anni. Ama la scrittura e le parole, il figlio, la vita, la sua famiglia.
Al suo attivo molte pubblicazioni e monografie di storia dell’arte. Svolge la professione giornalistica con passione da oltre trent’anni, si muove tra la carta stampata, i nuovi media, la TV. Ama parlare delle persone, con la gente e sempre a vantaggio della cultura sociale che fa crescere e aprire occhi e cuore. “Le persone sono sempre scopo primo e ultimo della mia scelta professionale, come servizio agli altri. Senza riserve”.