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Libro della settimana: Mille volte la prima volta di Francesca Reboa

Libro della settimana: Mille volte la prima volta di Francesca Reboa

Un romanzo potente, intimo, necessario.
In Mille volte la prima volta, Francesca Reboa ci accompagna nel viaggio interiore di Valeria, una donna che si trova costretta a fare i conti con la sua prima volta: un ricordo doloroso mai veramente guarito. Tra desiderio, consapevolezza, maternità e amicizia, il libro svela le ferite invisibili di tante donne e la possibilità di riscrivere il passato, mille volte se serve, fino a quando non fa più male. Un libro che ci fa sentire meno sole. E più libere.

Che romanzo, ragazze!
Oggi vi porto in anteprima assoluta Mille volte la prima volta, l’ultima intensa e coinvolgente uscita di Francesca Reboa, edito da Pathos Edizioni. È un romanzo che si legge d’un fiato, ma che lascia dentro una scia lunga e profonda, come solo certi racconti intimi e coraggiosi sanno fare. Vi confesso che ho dovuto fermarmi più volte, commossa, irritata, grata. Questo libro tocca nervi scoperti con mano delicata ma sicura. Ed è proprio per questo che non si dimentica.

La trama di Mille volte la prima volta: quando il passato ritorna

La protagonista è Valeria Greco, donna brillante e madre premurosa, che lavora in una società di architettura dove si occupa della selezione del personale. Valeria ha tutto sotto controllo, o almeno così sembra, fino al giorno in cui tra i candidati per un’importante posizione lavorativa si presenta Alessandro Ragonesi: il suo primo amore. Il primo uomo. L’uomo che l’ha profondamente segnata, nel corpo e nell’anima, vent’anni prima.

Rivederlo la catapulta in un passato che aveva sepolto con fatica, quello di un’adolescenza vissuta all’ombra di un’educazione rigida, in cui il sesso era un tabù e la vergogna era l’unico linguaggio concesso. E proprio per questo, la “prima volta” di Valeria non è un momento da ricordare con dolcezza. È una ferita. Una frattura. Un trauma travestito da amore.

I temi: quando la prima volta non è un bel ricordo

Francesca Reboa, con grande lucidità e coraggio, scava nella complessità del desiderio femminile, nel peso delle aspettative, nei retaggi culturali che troppe volte trasformano la scoperta del corpo in un’esperienza colpevole. Attraverso il personaggio di Valeria – realistico, vibrante, contraddittorio – l’autrice ci racconta il bisogno, spesso silenzioso, di riscrivere quella “prima volta” che per molte non è stata né scelta, né bella.

E lo fa con uno stile che oscilla con grazia tra l’analisi psicologica e l’ironia del quotidiano. Valeria è anche madre di due adolescenti, Simone e Giulia, e riflette su quanto sia importante educare alla libertà, al rispetto e all’ascolto. L’amicizia con Marta, la sua collega e confidente, è un altro dei pilastri luminosi del romanzo: il loro rapporto è una carezza, un abbraccio, un’ancora. Marta è la voce che dice ciò che a volte non vogliamo sentire, ma che ci salva.

Quando l’amore ritorna: illusione o occasione?

Il ritorno di Alessandro innesca un processo interiore potentissimo. È solo un lavoro, si ripete Valeria. Ma può davvero la mente staccare il cuore dai ricordi? Possono due persone, cambiate dal tempo, incontrarsi di nuovo in modo nuovo? O siamo destinate a commettere sempre gli stessi errori, mille volte?

Il confronto tra presente e passato, tra ciò che Valeria era e ciò che è diventata, è il cuore pulsante del romanzo. E Francesca Reboa riesce a mostrarci il dolore, l’imbarazzo, la rabbia, ma anche la rinascita che può venire dal raccontarsi la verità.

Un libro che è anche uno specchio

Mille volte la prima volta è un romanzo che fa bene, perché parla di donne vere. Di esperienze spesso taciute, di insicurezze che ci portiamo dentro anche quando sembriamo forti e invincibili. È un libro che aiuta a guardarci allo specchio con più dolcezza, a perdonare quella ragazza che eravamo e a riconoscere il coraggio di diventare la donna che siamo oggi.

Io l’ho letto con gli occhi umidi e il cuore aperto. L’ho letto pensando a me, alle mie amiche, alle mie figlie. E ho capito che la prima volta non finisce mai davvero: ogni volta che scegliamo noi stesse, ogni volta che chiudiamo una porta sbagliata, ogni volta che ci riscopriamo libere, è di nuovo una prima volta.

E allora ben vengano mille prime volte.

Con affetto,
al prossimo libro,
la vostra Ursula

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