Pink Society

Magazine per la crescita personale femminile

Non chiamateci angioletti!

La Camera degli Sposi, o Camera picta, è una sala affrescata da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474 nel Castello di San Giorgio a Mantova, su commissione di Ludovico III Gonzaga. Capolavoro del Rinascimento, celebra la famiglia Gonzaga con un ciclo di affreschi illusionistici che ampliano visivamente lo spazio. I putti decorativi, vivaci e leggeri, sono tra gli elementi più ammirati della stanza.

Torna la rubrica della nostra Enrica Marcenaro:
L’arte che non ti aspetti: storie, pettegolezzi e confessioni dai dipinti più famosi

Altro che teneri angioletti: i putti della Camera degli Sposi a Mantova sono iconici, irriverenti e geniali. Mantegna li ha dipinti per coinvolgerci, farci sorridere e… lasciarci a naso all’insù! Tra sederini in prospettiva e battute silenziose, questi piccoli protagonisti rinascimentali sfidano le regole dell’arte (e della gravità), anticipano la realtà aumentata e ci insegnano, oggi più che mai, a guardare l’arte con ironia e stupore.

Trattenete il respiro e state con il naso all’insù. La Camera degli Sposi del Palazzo Ducale a Mantova, si osserva così. Come se fossimo in un rito di magia.

È solo in questo modo che compaiono in tutto il loro splendore, mentre fanno capolino sulla volta, intorno a quell’oculo spettacolare che sembra bucare il soffitto e aprire una finestra direttamente sul cielo mantovano, i putti di Mantegna.

Piccoli, paffuti, nudi come mamma li ha fatti (e papà li ha pittati), sembrano impegnati in un allegro servizio di disordine barocco.

Non sono angioletti da presepe, e nemmeno bambini modello.

Questi putti sono putti, creature rinascimentali dotate di ironia, carisma e persino di senso dell’equilibrio (per forza, dico io), visto che stanno aggrappati alla balaustra come se fosse un parco giochi aereo (ndr).

Uno ti guarda dall’alto con l’aria di chi dice:

“Oh, ti vedo! E tu guardi me, eh? Ciao!”

Un altro è di spalle, con il sederino in bella vista: probabilmente il primo fondoschiena in prospettiva zenitale della storia dell’arte. Dici poco!

Che ci fanno lì?

Questa è la genialata: non sono solo decorativi. Servono a rompere la quarta parete prima ancora che ci pensasse Shakespeare.

Mantegna, con quell’oculo dipinto e quei putti sporgenti, ti sta dicendo:

“Ehi, spettatore, benvenuto nella scena! Questo affresco non è solo da guardare: è da vivere.”

È teatro, è illusione, è 3D senza occhiali. I putti rendono viva la scena. Siamo a metà tra il sogno e la sitcom celeste.

E come in tutte le sitcom che si rispettano, i putti di Mantegna sono dispettosi: alcuni ridacchiano, altri sembrano pronti a tirarti qualcosa di invisibile dall’alto. Ma sono adorabili.

…E anche famosissimi! Tanto che potremmo definirli i primi influencer dell’arte rinascimentale.
Non parlano ma dicono tutto. Non si muovono, ma ti coinvolgono. Non sono santi, ma portano un po’ di paradiso con loro. E il loro è un paradiso in cui si ride, si gioca e si sfida la gravità col fondoschiena all’aria. Wow!