Libro della settimana: L’imperatore della gioia di Ocean Vuong

Quando la poesia diventa preghiera, ferita e redenzione
Care Pink ladies, oggi vi invito a leggere non solo un libro, ma un’esperienza sensoriale, emotiva, quasi mistica. “L’imperatore della gioia”, raccolta di poesie di Ocean Vuong, è uno di quei testi che non si leggono: si abitano, si ascoltano, si sussurrano a se stessi nei momenti in cui serve restare umani.
Ocean Vuong — già amatissimo per “Brevemente risplendiamo sulla terra” — torna con una voce poetica ancora più limpida, dolente e vibrante. Le sue poesie sono frammenti di memoria, dolore, amore queer e riflessione sulla perdita. E soprattutto, sono un inno alla delicatezza come forma di resistenza.
Il libro è scritto dopo la morte della madre, figura centrale e ricorrente nella sua opera. Ed è proprio il lutto a fare da collante ai testi: ogni poesia è un passo nel tentativo di dire l’indicibile, di trattenere ciò che è andato perduto, di dare forma alla tristezza senza farla tracimare. Ma c’è anche l’amore — per gli uomini, per la lingua, per il corpo, per ciò che resta.
Lo stile di Vuong è lirico ma accessibile, potente e semplice al tempo stesso. Alterna versi spezzati, parole isolate, giochi tipografici e pause che sono respiri. Ogni testo è un piccolo ecosistema emotivo. E ogni lettura ne rivela uno nuovo.
Cosa vi piacerà di questa raccolta?
🕊️ La capacità di Ocean Vuong di raccontare il dolore senza abbandonare la bellezza.
🌈 L’amore queer narrato con dolcezza, sensualità e verità.
🖋️ Il modo in cui ogni poesia sembra parlarti all’orecchio, come una confessione o una preghiera.
📚 L’estetica visiva dei testi: Vuong usa lo spazio della pagina come parte della narrazione.
Un libro per chi…
… sente di non trovare parole per esprimere un’assenza.
… ama la poesia che non è esercizio di stile, ma carne viva.
… vuole leggere qualcosa che non consola, ma accompagna, dolcemente, fino in fondo.
“L’imperatore della gioia” è un libro che sfugge alle definizioni. Non è solo poesia, è corpo e memoria, ferita e sussurro. Leggetelo con calma, magari a voce alta. Portatelo con voi nei giorni fragili. Perché a volte basta una sola frase giusta per non sentirsi più soli.
Un abbraccio,
al prossimo libro,
la vostra Ursula

Leggo libri, vedo gente, faccio cose.
Non credo nell’oroscopo ma lo leggo tutti i giorni.