fbpx

Pink Society

lo sguardo rosa sulla società

Che fenomeno Hitchcock!

…un giorno, si innamorò di una scala e diede vita a Vertigo, il film che è un capolavoro. L’ipnotica spirale dello scalone progettato da Dario Carbone, esiste davvero: si trova all’Hotel Bristol di Genova

Se ti dico vertigine, pensi a una scala. Vedi, anzi, l’ipnotica spirale di una scala che è il simbolo imperituro della grande bellezza di un film Hitchcock che si chiama “Vertigo”.

Non c’entra niente con Escher e le sue scale psichedeliche che sono diventate oggetto di culto per i suoi ammiratori e di studio da parte di scienziati, matematici e cristallografi. 

E sapete perché? Perché quella scala non è un’idea che vive su un foglio di carta. Quella scala è fatta di marmo ed esiste.

Ma vi dico di più.

Su quella scala passeggiarono e si diedero appuntamento personaggi illustri, tra i quali gli scrittori Edmondo De Amicis, Luigi Pirandello e Gabriele D’Annunzio, i cineasti Hitchcock e François Truffaut, persino l’imperatore del Giappone Hirohito, da poco declassato da dio a “semplice” uomo.

Questa scala si trova a Genova, è custodito in un albergo che ancora si trova in via XX settembre, in tutta la sua antica gloria, è nel pieno centro della mia città.

Rappresenta  l’icona della grande bellezza della Genova Liberty, “abitata” da transatlantici e grandi ricchezze. Fu progettata dall’ingegner Dario Carbone contemporaneamente al Palazzo della Nuova Borsa di Genova (era la più grande d’Italia con collegamenti telegrafici e telefonici internazionali) e si trovava a pochi passi dalla nuovissima via Venti e della neonata piazza De Ferrari, centri del potere economico della Superba, del passaggio e della bellezza in chiave super moderna.

Ebbene sì, il film “Vertigo”, ambientato a San Francisco e conosciuto in Italia con il titolo di “La Donna che visse due volte”, nacque sulle scale dell’ Hotel Bristol di Genova.

Si dice che sia stata proprio la spirale di questo capolavoro di scala, nascosta in un albergo tra i più belli della città e poco conosciuto persino ai Genovesi (la mia città non si concede mai al primo sguardo), ad aver ispirato Hitchcock.

La sceneggiatura di “Vertigo” nacque sullo scalone ellittico di marmo bianco del Bristol, che con la sua grande bellezza irretì e avviluppò l’occhio Hitchcock, diventando la meravigliosa e vertiginosa follia di “Vertigo”, raccontata magistralmente da Samuel A. Taylor.

E non è tutto.

Hitchcock amava e conosceva molto bene Genova. Ce lo racconta François Truffaut in un suo libro, che spiega come il giovane regista – quando ragazzo di 26 anni con alle spalle solo un paio di cortometraggi e qualche lavoro incompiuto – in una primaverile mattina del 1925, fece alcune riprese sulla partenza di una nave dalle banchine dalla vecchia stazione marittima di Genova per il suo “The Pleasure Garden“; si dice che proprio qui, durante il suo primo ciack, venne derubato di tutti i soldi. Restò completamente al verde, sotto shock e in terra straniera, ma ospite in uno degli hotel più belli d’Italia, con uno scalone da urlo, anzi da “Vertigo”, nel quale tornò altre volte per girare alcune scene di “Cacciala ladro”.  

La straordinaria carriera di regista Alfred Hitchcock ebbe inizio proprio a Genova, ispiratrice, tra l’altro, di uno dei più grandi successi cinematografici di tutti i tempi (tra i primi nove).