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LE GRANDI DONNE DELLA STORIA: GIOVANNA LA PAZZA

“Juana la Loca” dipinta da Juan de Flandes nel 1500 ca.

Giovanna del Casato di Trastàmara, figlia di Re, Regina, sposa di Re e madre di Re, fu il perno della caotica e violenta politica europea della prima metà del 1500.

I suoi genitori Ferdinando e Isabella, erano i famosi “Re Cattolici” quelli che dopo secoli riuscirono a liberare la Spagna dalla dominazione araba.
All’epoca la Spagna non era uno Stato unitario, ma era ancora divisa in due regni, l’Aragona, di cui era Re Ferdinando, e la Castiglia, di cui era Regina Isabella.

Giovanna era la terza figlia dei Re Cattolici, nata nel 1479 a Toledo.
Ebbe un’educazione eccellente, parlava 4 lingue, conosceva tra l’altro il diritto, storia, matematica, musica, filosofia.
Era una bambina e poi donna bellissima, raffinata, colta e intelligentissima.

Per anni, anche da bambina, era stata costretta dalla madre ad assistere, insieme a tutta la famiglia reale, ai numerosi roghi ai quali la “Santa Inquisizione” spagnola fondata personalmente dalla Regina Isabella nel 1478, condannava gli eretici o i presunti tali, che avevano confessato di esserlo dopo atroci torture.

Giovanna con i suoi genitori, Isabella e Ferdinando; Pedro Marcuello, 1482 ca.

Tanta atrocità, tanto dolore, tanta violenza perpetrati in nome della Religione, turbarono profondamente l’animo di Giovanna che manifestò un deciso rifiuto nei confronti della Chiesa spagnola, o piuttosto della Chiesa cattolica tutta, considerando anche che in quel periodo il Papa di Roma era il famoso Alessandro VI Borgia, il cui comportamento, umano, religioso e politico, contrastava agli occhi di Giovanna, con le tante morti atroci perpetrate dall’Inquisizione. Il suo rifiuto a questa forma di religione la portò a rifiutare anche il Sacramento della Confessione-

Tutto ciò la rese odiosa alla madre ed alla gerarchia cattolica spagnola, che cominciarono a considerarla e a definirla non sana di mente, tanto era ai loro occhi incredibile che una donna cresciuta nel Cattolicesimo potesse addirittura rifiutare di confessarsi ed essere avvicinata da ecclesiastici.

A sedici anni, nel 1496, se la levarono da torno e la mandarono sposa nelle Fiandre a Filippo d’Asburgo, diciottenne, figlio dell’Imperatore del Sacro RomanioImpero, Massimiliano I.

Filippo fu affascinato da Giovanna fin dal primo istante del loro incontro e pretese di sposarla immediatamente facendo fare una benedizione affrettata dal primo prete che fu trovato a Palazzo, senza aspettare la celebrazione ufficiale delle nozze, che avvenne solo tre mesi dopo, nell’ottobre del 1496.

Anche Giovanna si innamorò follemente all’istante di Filippo, giovane bellissimo, focoso, appassionato, soprannominato appunto “Filippo il bello”.

Giovanna di Castiglia ritratta dal Maestro di Affligem nel 1500 circa

Visse anni intensi di folle passione e di folle gelosia, disperata per i frequenti tradimenti di Filippo che, pur amandola sinceramente, non seppe mai rinunciare alle grazie che gli venivano offerte dalle altre donne di Corte. Ebbero sei figli, due maschi e quattro femmine e tutti divennero Re Imperatori e Regine.

Mentre a Bruxelles Giovanna viveva, gioiva e soffriva, in Spagna, nei tre anni successivi al suo matrimonio morirono, ad un anno di distanza l’uno dall’altro, gli eredi ai Troni sia di Castiglia che d’Aragona.

Prima nel 1497 morì suo fratello Giovanni, poi nel 1498 la sorella Isabella, Regina del Portogallo, infine il nipote Michele e così Giovanna si trovò ad essere l’unica erede dei Regni di Castiglia e d’Aragona.

 La Regina Isabella, morì nel 1504 e Giovanna divenne quindi Regina di Castiglia.

Suo padre però immediatamente si autoproclamò Reggente di Castiglia con la scusa della lontananza e della asserita debolezza mentale di Giovanna.

Per contro il marito Filippo il bello si proclamò Re di Castiglia “Jure Uxoris” ossia per diritto di matrimonio.

Suocero e genero giunsero al limite della guerra civile ed infine nel 1506 si accordarono per cedere la Castiglia a Filippo, peraltro sottoscrivendo entrambi un accordo per l’esclusione di Giovanna dal governo a causa del suo “stato mentale”. In quello stesso anno, a soli 29 anni Filippo il Bello morì dopo cinque giorni di sofferenze. Fu diagnosticata febbre tifoide, ma molti pensarono ad un assassinio commissionato dal suocero.

“Doña Juana La Loca”: Giovanna la Pazza veglia sulla bara del suo defunto marito, Filippo il Bello. in un dipinto di Francisco Pradilla Ortiz, 1877

Re Ferdinando infatti tempestivamente informò tutte le Corti europee che riprendeva la reggenza della Castiglia a causa della pazzia della figlia, ulteriormente peggiorata per il grande dolore per la perdita del marito.

Fatto ciò fece imprigionare Giovanna nel Convento Rea,e di Santa Clara a Tordesillas dove vi rimase reclusa per 49 anni, fino alla sua morte, all’età di settantasei anni, nel 1555.

In quei lunghissimi anni Giovanna subì le più atroci angherie e torture da parte degli aguzzini messi a controllarla, prima del padre che l’affidò alla “cure” ed alle torture di Luis Ferrer, e poi del figlio Carlo V, che sostituì il Ferrer con il Marchese di Denia che esercitò la propria funzione con crudeltà ed immotivato rancore.

Giovanna la Pazza, Regina che non ha mai regnato, donna bellissima e coltissima, figlia, moglie e madre di Re, ridotta all’abbrutimento e alla pazzia dalla crudeltà e dall’egoismo degli uomini che la circondarono.

Sono trascorsi cinque secoli e ci si chiede oggi se l’animo umano sarebbe ancora capace di tanta cattiveria.
Ognuno ha la propria risposta.