Ho provato 30 giorni di… Decluttering. Ecco cosa è successo
Hai mai sentito parlare della Decluttering Challenge? La Rosy l’ha provata per 30 giorni, eliminando ogni giorno un oggetto superfluo dalla casa. Scopri cosa è successo e quali sono stati i benefici (spoiler: c’è anche un twist divertente!).
Dicembre è quel periodo dell’anno in cui la casa diventa il fulcro di tutto: pranzi infiniti, amici che passano “solo per un caffè” e decorazioni natalizie che spuntano da ogni angolo. Ma, diciamolo, insieme alla magia delle feste arriva anche un senso di caos inevitabile. Quest’anno ho deciso di affrontare il problema alla radice con una sfida casalinga: 30 giorni di decluttering, ovvero eliminare ogni giorno un oggetto superfluo dalla casa.
Sì, lo so, già sento la vocina che dice: “Ma La Rosy, tu sei una fanatica di Marie Kondo, il tuo decluttering non è già fatto?”. Ebbene sì, mi ritengo un’esperta di piegature perfette e gioia negli oggetti, ma con il tempo ho capito che la gioia ha una certa tendenza a moltiplicarsi, specialmente in casa di una mamma blogger. Perché diciamocelo, i giocattoli dei bimbi, i gadget promozionali e le mille “cosine carine” che compro perché potrebbero servire un giorno finiscono per trasformare la mia casa in un negozio di articoli misti.
Il piano: 1 oggetto al giorno, per 30 giorni
La sfida era semplice: ogni giorno avrei eliminato (donato, venduto, riciclato o buttato) un oggetto che non usavo più. Non ci sono regole rigide: l’importante è essere onesti e scegliere qualcosa che davvero non aggiunge valore alla propria vita. La mia speranza era creare più spazio, ma anche più calma interiore. Perché, diciamolo, il disordine non è solo fisico, è anche mentale.
Settimana 1: Partenza a razzo 🚀
I primi giorni sono stati sorprendentemente facili. Ho iniziato dal classico: vestiti che non indossavo da anni, i libri che “prima o poi leggerò” e quella candela profumata che mi hanno regalato tre Natali fa e che non ho mai acceso perchè l’odore sinceramente mi nausea nonstante sia un best seller (ho un naso molto sensibile). Sento una soddisfazione incredibile nel riempire una busta per la raccolta differenziata o uno scatolone da portare al centro di raccolta solidale.
Ogni oggetto in meno è un piccolo trionfo personale. Penso: “Guarda La Rosy, stai creando spazio per nuove possibilità, o almeno per nuove decorazioni natalizie!”.
Settimana 2: Il decluttering emotivo 🤳🏻
A questo punto, ho cominciato a notare un cambiamento interessante. Non sto solo eliminando oggetti fisici, ma sto facendo ordine anche nei miei ricordi. Ho trovato il vecchio telefono rotto che tenevo perché “contiene le foto dei primi passi di mia figlia”. Ma chi voglio prendere in giro? Quel telefono non si accende da anni, e quelle foto sono già salvate tutte sul cloud. L’ho buttato e mi sono sentita leggera come una piuma.
Lo stesso è successo con alcune cianfrusaglie che conservavo da anni. Un braccialetto rotto regalato da un ex e un set di bicchieri spaiati hanno trovato una nuova casa: il cestino dell’indifferenziato.
Settimana 3: Le resistenze 🧣
Qui è iniziata la parte difficile. Mi sono accorta che, più svuoto, più mi sembra di non vedere una vera differenza in casa. Come se gli oggetti superflui si moltiplicassero di notte! Ho trovato delle resistenze interiori: “E se quella sciarpa vecchia tornasse di moda? E se mio marito decidesse di usare quella macchina per fare il pane comprata nel 2015 e mai usata?”.
Per superare il blocco, ho cambiato prospettiva. Mi sono chiesta: “Quest’oggetto è utile o è solo un ingombro emotivo?”. Spoiler: la sciarpa è finita alla Caritas e la macchina del pane sta ancora cercando una nuova casa su Subito.it.
Settimana 4: Il twist inaspettato 💶
Con l’arrivo dell’ultima settimana, ho iniziato a vedere i benefici concreti. La mia casa sembra davvero più ordinata, e con meno cose intorno è più facile mantenere pulito. Inoltre, ho scoperto che l’intera famiglia sta seguendo il mio esempio! Mio figlio ha deciso di donare alcuni dei suoi giocattoli a un centro per bambini, e mio marito ha eliminato, udite udite, le riviste di auto che conservava da dieci anni!
Ma il vero colpo di scena è arrivato il giorno 30. L’ultimo oggetto che ho deciso di eliminare è stato un vecchio portafoglio che ho dismesso un paio di anni fa. Dentro, tra ricevute scolorite e scontrini conservati inutilmente, ho trovato una banconota da 50€! Ho riso per mezz’ora: il decluttering non solo mi ha ripulito casa, ma mi ha pure regalato un piccolo tesoro dimenticato.
Cosa è cambiato dopo 30 giorni
Dopo questa sfida, non solo ho creato più spazio fisico, ma ho anche imparato alcune lezioni preziose:
- Il decluttering è liberatorio: Ogni oggetto eliminato mi ha fatto sentire più leggera.
- Meno è meglio: Ho capito che avere meno cose significa anche avere meno da pulire, spostare e organizzare.
- Il disordine è contagioso (ma anche l’ordine!): La mia famiglia ha iniziato a collaborare, rendendo tutto ancora più gratificante.
- Ogni oggetto racconta una storia: Eliminare non significa cancellare, ma fare spazio per nuove esperienze.
E quei 50€? Li ho spesi per una cenetta fuori con la famiglia, brindando al nostro successo. Perché, diciamolo, il vero lusso è vivere in una casa che ti fa sentire bene, e con un po’ di spazio in più per respirare.
Se anche tu hai voglia di rinnovare la tua casa senza fatica e di regalarti un po’ di serenità, ti consiglio di provare questa sfida. Chi sa quale piccolo tesoro potresti trovare nascosto in un cassetto? 😉
Sono una blogger e mamma ossessionata (in senso buono) dall’organizzazione e dal decluttering, schietta, che trova un buon motivo per ridere ogni giorno e che ama le serie poliziesche.
Vivo a pochi minuti da una grande città del nord Italia e il mio balcone (così dicono) somiglia ad una giungla tropicale