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Racconti: La cassetta e io di Andrea Camilleri

La cassetta e io di Andrea Camilleri

“… all’esterno, ad un metro e 30 centimetri circa dal suolo, deve praticarsi una buca corrispondente ad una cassetta interna, atta in modo che l’acqua non vi penetri, e che non vi possa dal di fuori estrarre le lettere gettate nella medesima…”

Siamo nella Sicilia degli anni ‘30. Andrea è un decino. Anna invece è la più bella della scuola.

Tutti i bambini ne sono innamorati. Al mattino la vedono passare di sfuggita, accompagnata dai genitori nell’altra ala dello stabile, dove ci sono le classi femminili. L’unica occasione per loro di poterla taliare meglio è all’uscita dalla Messa.

Una domenica, mentre sono in fila ad aspettare che appaia, per un attimo, gli occhi di Anna incrociano quelli di Andrea. È una giornata di tormenti e una notte insonne. Tanto che il lunedì Andreaa dice alla mamma di non star sta bene e rimane a casa. È allora che decide. Prende un foglio e le scrive: “Anna ti voglio bene. E tu? Sono Andrea”.

In realtà ne fa decine di versioni perché l’agitazione lo porta a sbagliare. Quando finalmente è soddisfatto, mette il suo cuore in una busta ed esce a spedire la sua prima lettera d’amore. In paese ci sono tre buche postali. Sceglie quella più lontana e meno frequentata per evitare di essere visto. Sta per piovere, ma Andrea calcola che in una mezz’ora andata e ritorno dovrebbe farcela, prima del temporale. Non ha però calcolato che la buca è troppo alta e nemmeno alzandosi sulle punte riesce ad infilare la busta. Non si da comunque per vinto: vede un sasso piatto poco distante, lo prede, ci sale sopra e finalmente manda il suo messaggio d’amore ad Anna. In realtà la lettera non cade completamente all’interno. Ne spunta un triangolino bianco. Un dettaglio, comunque.

È in quel momento di quasi felicità che si rende conto di non essere il solo Andrea della classe. Anna come fa sapere che è proprio lui? L’unica è correre a casa, prendere una fotografia, recuperare la busta e aggiungerala al biglietto. Nel frattempo si scatena il temporale. Andrea cerca di riprendere la lettera utilizzando la chiave più lunga che ha nel mazzo. Niente. Allora si ricorda che il papà ha una pinza con la quale potrebbe provare. Tutto inutile. Anzi, è la pinza a cadere nella buca. Andrea, ormai fradicio, è costretto a desistere. Il giorno dopo gli sale un febbrone. Quando torna a scuola, Anna non lo talia per niente. Peggio, gli sembra che guardi e addirittura sorrida all’altro Andrea, Cosentino, che lei probabilmente crede l’autore della sua lettera.

La storia è vera e a raccontarla in questo libro introvabile è il protagonista, Andrea Camilleri. Ringrazio Sabrina per avermela fatta leggere e mi scuso con il maestro Camilleri per essermi permesso. Purtroppo per questioni di copyright non è possibile pubblicare il racconto originale. Ho pensato che così è meglio di niente.

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