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Libri: La vita fino a te di Matteo Bussola

La vita fino a te di Matteo Bussola

“La vita fino a te”, vado a memoria, dovrebbe essere il secondo dei libri pubblicato da Matteo Bussola.

Ricordo che avevo assistito alla presentazione in una rassegna a Brescia e mi aveva incuriosito. Un po’ anche per il percorso dell’autore: architetto con impiego in comune a Verona, a cui un giorno telefonano da Einaudi per proporgli di trasformare in un volume quello che scriveva quotidinamente su Facebook. Lui pensò ad uno scherzo, tanto che dovettero richiamarlo.

Bussola è stata una bella scoperta, per la sua capacità straordinaria di raccontare quello che c’è di straordinario nelle piccole cose, di cogliere gli sguardi, l’istante in cui nasce qualcosa, un sentimento, una relazione, il tempo che abitano. Ciò che incontra stando nel mondo senza mai dare il mondo per scontato. Si ride molto, ma soprattutto ci si emoziona. Come per la storia di Mario, che l’autore mi perdonerà, mi permetto di anticipare, seppur con parole mie.

Matteo incontra il Mario tutte le mattine al bar della Marisa. Ha ottantaquattro anni, il Mario: è sempre seduto allo stesso tavolo, beve un solo bicchiere di vino rosso e ha davanti un taccuino sul quale scrive. Un giorno Matteo prende coraggio e chiede al Mario cosa scriva su quel taccuino e il Mario gli racconta la storia della Jole. La Jole era una vedova di guerra di vent’anni più grande. Mario all’epoca faceva il garzone del lattaio e ogni mattina, insieme al latte, lasciava alla Jole un bigliettino d’amore. Lei però non aveva mai risposto. Finchè un giorno la Jole invitò in casa il Mario a bere un bicchiere di vino. Solo allora il garzone del lattaio capì che la Jole non rispondeva perché non sapeva né leggere né scrivere, ma che i bigliettini li aveva conservati tutti e che mai li avrebbe fatti leggere a qualcuno. Glieli lesse il Mario, ad alta voce, uno per uno, come fossero un libro. Il Mario e la Jole hanno vissuto insieme 47 anni. Poi lei è morta. Mario continua a scriverle tutti i giorni.