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Protagoniste: Bianca Demofonti, doppiatrice per caso

Bianca Demofonti, doppiatrice per caso

‘Doppiatrice per caso’. No, non è il titolo di un libro ma la frase che forse più si addice a Bianca Demofonti, bambina di 11 anni che da quando ne ha sette presta la propria voce a vari personaggi di cartoni animati, serie Tv, cortometraggi, telefilm e cinema.

L’ultimo del grande schermo in ordine di tempo è ‘Tuktirey’, meglio nota come ‘Tuk’, la figlia di Jake Sully e Neytiri, i protagonisti principali di ‘Avatar – La via dell’acqua’, sequel del primo colossal di James Cameron.Siamo riusciti a raggiungere Bianca Demofonti mentre si trova in Argentina, dove sta trascorrendo le vacanze di Natale insieme a parte della sua famiglia. Il papà, infatti, è italiano, mentre la mamma è originaria di Bahia Blanca, 700 chilometri a sud di Buenos Aires.

Bianca, che personaggio è ‘Tuk’, la bambina che hai doppiato in ‘Avatar – La via dell’acqua’?
“Tuk è una bambina molto vivace, è forte, è agile e molto elastica ma, soprattutto, è molto affettuosa con la sorella Kiri e molto dolce con i propri genitori, ai quali vuole molto bene. E questo emerge in questo film perché Tuk fa davvero di tutto per salvare la propria famiglia”.

Come è stato doppiare il tuo personaggio?
“È stato un po’ impegnativo, perché non è un personaggio di passaggio. Posso dire che è uno dei principali, quindi è stato un po’ difficile. Però mi sono anche molto divertita, perché la compagnia è stata molto ospitale”.

Chi è stato il tuo direttore del doppiaggio in questa produzione e come è stato lavorarci?
“Mi ha diretta Marco Mete, che avevo incontrato in precedenza lavorando in un film francese e in quel caso lui doppiava mio papà. Nei due giorni passati in sala di doppiaggio è stato davvero gentile e, allo stesso tempo, ha voluto che io dessi il meglio e posso capirlo. ‘Avatar – La via dell’acqua’ è davvero una produzione grande e importantissima”.


Tecnicamente puoi spiegarci come si è svolto il doppiaggio di Tuk?
“Di solito noi doppiatori vediamo i personaggi ai quali diamo la voce, e questo serve ad aiutare il doppiatore stesso con il sync, cioè il momento in cui l’attore sullo schermo muove le labbra e il momento in cui il doppiatore deve farlo. Quindi vedere i personaggi sullo schermo aiuta davvero molto. In questo caso, invece, non è stato possibile, il lavoro è stato molto più impegnativo. Ma grazie all’aiuto di Marco Mete e del gruppo, tutto è andato bene”.

Hai visto il film?
“Purtroppo ancora no, perché sono partita per l’Argentina l’8 dicembre e il film è uscito nelle sale il 14. Non vedo l’ora di vederlo. Tra l’altro manco solo io, dato che molti miei compagni di classe e la mia migliore amica Anja lo hanno già visto”.

Come stanno andando le tue vacanze dall’altra parte del mondo?
“Stanno andando davvero alla grande. Qui è estate piena e fa caldissimo. Prima sono stata alle cascate di Iguazù e ho visitato sia il lato argentino che quello brasiliano. Poi siamo andati al sud, verso Puerto Madryn, e abbiamo visto la ‘pinguinera’, la colonia di pinguini a Punta Tombo. È stato davvero emozionante perché i pinguini camminano a pochi passi da te. Poi siamo andati a vedere anche i leoni marini che nuotavano e sembrava quasi che grugnissero. Ora sono nuovamente tornata a Bahia Blanca e l’8 gennaio tornerò a Roma”.

Ma quindi, cascate di Iguazù e pinguini e leoni marini a parte, ci stai dicendo che hai vissuto un’altra bellissima esperienza, quella di aver vissuto proprio in Argentina la vittoria dei Mondiali in Qatar!
“Certo! È stata un’emozione fortissima, perché trovarsi qui mentre l’Argentina vince il Mondiale è stato molto bello. Penso fosse da tanto che non vinceva un Mondiale e l’aggiunta delle tre stelline sulla bandiera è stato bellissimo”.


E hai festeggiato anche tu insieme a tutta quella marea di persone che abbiamo visto in tv dall’Italia?
“Sì, ho festeggiato anche io con una mia amica, che si chiama Lola, con il suo fratellino Galo e con la sua famiglia siamo andate in centro a Bahia Blanca, davanti al Museo Municipal, proprio lo stesso posto dove qualche giorno dopo è arrivato Lautaro Martinez dell’Inter, perché lui è originario proprio di Bahia Blanca”.

A proposito di Bahia Blanca, che città è?
“A parte il vento, Bahia Blanca è piena di persone gentili e ospitali. C’ero già stata quando ero più piccola ed è stato bellissimo incontrare nuovamente persone delle quali non mi ricordavo, mi hanno accolto come se non ci vedessimo dal giorno prima”.

Torniamo a parlare di doppiaggio. Come è nata questa avventura e quanti anni fa hai iniziato?
“È nato tutto per caso, grazie ad una mia amica della seconda elementare, Ginevra, che ora è in classe con me in prima media e che mi aveva raccontato che tra i suoi hobbies c’era proprio il doppiaggio, oltre alla ginnastica artistica. Io all’epoca avevo 7 anni e non sapevo cosa fosse il doppiaggio ma mi ero incuriosita. Allora ho chiesto ai miei genitori, papà è giornalista e mamma è insegnante di spagnolo, se potessi fare il corso che frequentava Ginevra e loro mi hanno detto di sì. Così un sabato sono andata a fare la prova e mi è piaciuto tanto. Ricordo anche che al doppiaggio alternavamo il teatro. È così che è iniziato tutto. Poi a 8 anni hanno cominciato a chiamarmi per fare dei provini, alcuni sono andati bene, altri no”.

Bianca, tra i provini che sono andati bene c’è un personaggio a cui sei particolarmente legata, ovvero ‘Marcie’ dei Peanuts.
“Sì, le voglio molto bene. Marcie è un personaggio molto particolare, perché è una bambina molto seria ma allo stesso tempo molto simpatica. Passa molto del proprio tempo sui libri, le piace leggere, e ha una amica che si chiama Piperita Patty, che invece adora lo sport, le piace muoversi. Diciamo che con gli anni ho iniziato a sentirmi sempre più adatta a dare la voce a Marcie, perché all’inizio ovviamente non si capisce bene il personaggio che devi doppiare. Quando poi ho cominciato a doppiare di più la serie di Snoopy ho capito che la mia voce non era molto adatta, perché la facevo troppo gioiosa, essendo io abituata a doppiare altri bambini. Quindi con gli anni ho cercato di adattarla un po’ di più al personaggio e mi sono resa conto che piano piano ci stavo riuscendo. E continuando devo dire che la mia voce su Marcie mi piace sempre di più”.

Cosa provi ogni volta che indossi le cuffie e dai la tua voce ad un personaggio?
“Penso sempre due cose: la prima è che mi è piaciuto come ho doppiato, nella seconda invece penso sempre che potrei fare meglio di quello che ho fatto. Solo che i miei genitori, che mi sostengono sempre e che sono molto contenti di questa mia avventura, mi dicono sempre che devo sentire il giudizio dei miei direttori del doppiaggio. Comunque doppiare è davvero bello. L’unica cosa che non mi piace è il rumore dell’interfono che sento nelle orecchie ogni volta che indosso le cuffie, è un po’ fastidioso”.

Ad oggi, oltre a Tuk e Marcie, quali sono i personaggi che ti è maggiormente piaciuto doppiare?
“Sicuramente il cartone animato di ‘Pretzel e i suoi cuccioli’, dove do la voce alla cagnolina Pippa. Poi mi è piaciuto doppiare ‘Ely’, della serie che si trova su Netflix dal titolo ‘Ely + Bea’, e Romy, una bambina francese della serie ‘Week-end in famiglia’, in onda su Disney+. Ma in realtà sono contenta e orgogliosa di tutto quello che ho potuto doppiare fino ad oggi”.

E vedendo un film o un cartone animato c’è invece un personaggio al quale ti sarebbe piaciuto dare la voce?
“Sì, è ‘Emma’, personaggio della serie ‘Doug, il robot curioso’. In questa serie io doppio Julie, a cui piace molto la danza”.

A parte la scuola, cos’altro fai nella tua vita?
“Molto spesso vado a doppiaggio, poi il lunedì e il venerdì faccio ginnastica artistica, il mercoledì ho lezione di inglese e il sabato frequento un corso di lingua cinese. A scuola, oltre all’inglese, studiamo il francese. E anche in questo caso il doppiaggio mi ha aiutata: vedere la traduzione sul copione della serie francese ‘Week-end in famiglia’ mi ha permesso di capire di più le parole e di captare tutti quei suoni con la ‘r moscia’ o la ‘u’ un po’ più chiusa”.

Hai una vita davvero piena di impegni. Come riesci a conciliare tutte queste cose con lo studio?
“La scuola mi piace molto, ho la media dell’8, quindi penso di andare bene. Se devo andare a doppiaggio, mi avvantaggio i giorni prima o molto spesso studio in macchina. Però a volte anche a casa, dove studio mentre mangio prima di andare a doppiare. E se non ho doppiaggio faccio venire a casa anche alcune mie amiche e così studiamo insieme”.

Bianca, hai 11 anni, sei ancora piccola. Come ti vedi nel futuro? Cosa ti piacerebbe fare da grande?
“In realtà a me piacerebbe continuare a fare la doppiatrice. Ma se dovessi cambiare lavoro, se dovessi fallire, speriamo di no, nel doppiaggio, allora vorrei fare la psicologa o l’avvocato. La psicologa perché tutte le mie amiche, quando hanno un problema, vengono da me e mi chiedono aiuto e alla fine mi dicono sempre che sono di conforto. L’avvocato perché aiutare la gente mi fa sempre stare meglio”.