Intervista esclusiva a Simone Belli in occasione del Christmas Beauty Day 2023
Pink Society incontra il make-up artist Simone Belli per un’intervista esclusiva durante il Christmas Beauty Day 2023
Il Natale che festeggia la bellezza e l’armonia si è tenuto a Roma il 10 dicembre, nella cornice del Mediterraneo al Maxxi, Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo ad opera del make up artist Simone Belli che ha creato un evento che è anche uno speciale augurio di Natale a tutte le celebrities del panorama cinematografico che durante l’anno si sono affidate alla sua professionalità e creatività nei momenti più importanti.
Tra neve, violini e zucchero filato un albero dell’amore dedicato a Fondazione Mente che i suoi fondatori hanno creato per cercare di colmare le mancanze e le lacune che ci sono per i bambini ed i ragazzi con disturbi del neuro sviluppo con particolare attenzione all’autismo.
Raduna brand e professionisti amici per offrire il meglio non solo nel campo beauty e moda ma anche dal mondo del food & beverage per una serata di coccole, alla presenza di noi di PinkSociety.it e numerosi artisti, tra cui molte delle attrici che si sono affidate e che si affidano a Belli per essere la migliore versione di sé.
Tra le avvistate anche molte delle Protagoniste Pink: Margherita Buy, Carolina Crescentini, Isabella Ferrari, Anna Ferzetti, Pilar Fogliati, Angela Fontana, Marianna Fontana, Marta Gastini, Lea Gavino, Maria Chiara Giannetta, Matilde Gioli, Beatrice Grannó, Lucrezia Guidone, Sabrina Impacciatore, Francesca Inaudi, Giulia Michelini, Eliana Miglio, Bianca Nappi, Claudia Potenza, Luisa Ranieri, Valentina Cervi , Barbara Ronchi.
Abbiamo incontrato Simone poche ore prima dell’evento per farcelo declinare nei minimi particolari, facendoci raccontare come è diventato un punto di riferimento del make-up e approfittando dei suoi consigli sulle tendenze trucco di questo inverno e per le feste.
Come nasce Simone Belli?
Simone nasce come un bambino che a 7 anni giocava con i trucchi della mamma e organizzava il circo sotto casa con gli amici. Ho sempre detto che sono nato con questa passione che passa dagli acquerelli e le tempere ai trucchi sul viso. Non ho mai avuto altre predisposizioni. Ho iniziato a lavorare vendendo i ritratti sui bigliettini di natale, disegnavo i bimbi del quartiere e il trucco mi ha sempre affascinato. Mia mamma ancora mi rinfaccia che usavo i suoi trucchi. Essendo nato in un paese che è Valmontone, negli anni ‘70, ho vissuto a pieno la gioventù, l’essere bambini, facevo le statuette del presepe, ho sempre giocato con l’arte. Un po’ anche perché mio padre faceva parte della pro-loco e vedevo dipingere i carri di Carnevale. Questa roba ce l’hai nel DNA, io dico sempre che non sono stato io a scegliere di fare il truccatore ma è stato il trucco che si è impossessato di me.
Io ho un percorso accademico poi abbastanza strutturato, ho una maturità artistica con due specializzazioni, scultura e decorazione e maestro del gioiello. Poi ho studiato alla Sapienza Storia dell’arte e ho preso la seconda maturità magistrale e per un anno ho insegnato ai bambini. Ho portato il mondo del make-up all’interno della scuola elementare e quell’esperienza me la porto nel cuore, la più importante della mia vita perché mi ha insegnato a relazionarmi con tutti perché se impari a rapportarti con i bambini, puoi fare tutto, è un’esperienza che ti prende tutta la vita. Ho imparato a togliere, cosa che mi sono portato nel mondo del trucco, quando dico che truccare a volte vuol dire togliere.
Sono ancorato alle origini, sono molto legato alla famiglia, e devo ringraziare i miei genitori che mi dissero, alla scelta della scuola superiore: “tu sai ciò che vuoi fare nella vita!”. Non hanno condizionato le mie scelte ed io ho scelto l’indirizzo artistico. Ho imparato di più dalla mia maturità artistica, e dalle esperienze che ho fatto fuori che dai corsi di trucco fatti dopo.
Come è arrivata la chiamata nel mondo del make-up?
Io ero appassionato di top model, registravo tutto in VHS, bloccavo le immagini, studiavo i trucchi, a 17 anni ho iniziato a organizzare le sfilate a Valmontone, facevo venire le estetiste, io facevo tutto, luci, palco, rapporti con gli sponsor, organizzatore. Ad un certo punto queste estetiste che chiamavo per truccare le modelle, non mi gratificavano e un giorno ho riproposto su una delle modelle, il trucco che avevo visto su Claudia Schiffer, con quelle base bianche che si portavano all’epoca, blush fucsia, occhio nero scuro.
Ho fatto dei trucchi che tutt’ora mi piacciono, in altri casi ho fatto casini. Poi ho fatto un corso di trucco e mi sono lasciato un po’ prendere dalla parte tecnica, con le dispense della scuola facevo copia e incolla sulle facce delle donne e ho ritrovato foto che sembrano mostri. Non si può fare così, ogni volta che trucchi una donna, è un volto nuovo.
Mi sono reso conto che stavo incollando degli adesivi in faccia alle donne. Poi ci fu un aneddoto che segnò il cambio: nel 2000 mio fratello lavorava al Santo Spirito e c’era questa super sfilata di Fendi dove sfilavano tutte le top, Monica Bellucci inclusa e io impazzì. Mio fratello mi chiese se volevo andare a vederla. Non avevamo ancora cellulari, torno a casa un giorno e trovo un biglietto che diceva di chiamare il reparto trucco. Chiamo e mi chiedono se volessi partecipare gratuitamente a questa sfilata come truccatore. Mi sono emozionato, ho iniziato a ballare per casa. Eravamo 60 truccatori, bisognava fare un retouch su Monica Bellucci e mi chiamarono. Io ero un bambino di paese e da lì in poi cominciai a far tantissima moda, Biagiotti e Fendi furono i miei due primi clienti, Fendi ancora lo è.
Sono sempre andato ovunque fregandomi dei soldi e andavo a fare i concorsi di bellezza con l’autostop e i trucchi di mamma. Sono entrato nel giro di tutte le modelle ed erano loro che mi proponevano ai fotografi. Poi è nato tutto questo giro enorme.
Nel 2005 accadde un’altra cosa (la mia vita è come se mi mettesse davanti il prossimo upgrade): vengo chiamato da L’Oréal Paris per una sfilata su Milano, io vado a fare questa sfilata come responsabile trucco, nel giorno del mio compleanno e nasce questo amore con la responsabile Daniela Gibolli. Loro impazziscono per me quindi mi chiamano poi in sede e io firmo il primo Festival di Roma del 2006 credo e inizia il rapporto professionale con le attrici che poi va a finire sulla stampa. Le prime due attrici con cui ho collaborato sono state Sabrina Impacciatore, Valentina Cervi e poi Carolina Crescentini e Valentina Lodovini.
Sono state le prime a credere in me.
Ho cominciato a fare con L’Oreal tutti i festival di Venezia creando quindi una credibilità non più di Simone Belli da solo ma di Simone Belli Team e Simone Belli agency. Lì mi è scattato in testa l’idea che da solo non potevo essere nulla, mi si è aperto un mondo dicendo “l’unione fa la forza”, più persone hai nel tuo team brave e gratificate da te e più tu potrai essere qualcosa di diverso, questo è stato il mio pensiero e che mi ha portato oggi a lavorare con il 90% delle attrici italiane e le internazionali quando vengono in Italia.
Ho di recente creato anche AK Simone Belli, il brand di Make-up che porta il mio nome.
L’unica eccezione in cui ho truccato io è stato con Achille Lauro perché lì c’è stato un ritorno a tutto il mio mondo. Con Achille ho potuto esprimere ciò che avevo studiato perché quella roba non te la insegna nessuna scuola di trucco.
L’evento di Natale è stato il tuo modo di ringraziare chi si affida a te?
Sì, assolutamente. È nato per gioco e di fatto è una experience pensata esclusivamente per coccolare le persone che vengono. Io sono malato di regali, sono veramente Babbo Natale, io passo tutto l’anno a fare i regali. Quando facevo Detto Fatto a Natale facevo un regalo a chiunque. Donare mi fa impazzire, mentre parliamo sono circondato da 400 pacchi.
Ogni invitato ha potuto fare una donazione alla Fondazione Mente per costruire insieme l’albero dell’amore. Accanto all’albero, un Trudy enorme. Ho scelto poi tutte le cose che raccontano il Natale da bambini: la neve, i pop corn, l’albero, il violino con le musiche natalizie, il cioccolato, le atmosfere floreali create dal flower designer Dario Galanti e lo spazio candele e le emozioni create da Yankee Candle.
C’è l’oroscopo del 2024, con mio fratello, il sensitivo Corrado Belli e una comfort zone per i massaggi. E ancora le borse personalizzate di Gianni Chiarini Firenze, il SusiHub, Pink Pampas, Cotril.
Ho chiamato due medici estetici fidati: la dottoressa Federica Puccini che fa nutrizione, viene dall’oncologia ed è in Italia la numero uno per quanto riguarda la Crio, la cura con il ghiaccio. Oggi questa terapia cura tante patologie e la utilizzeremo anche per un fine beauty, una localizzata che si utilizza sul viso, per le occhiaie, gli ematomi, le borse per dare beneficio al viso.
Ho chiamato la dottoressa Elena Vescovi per la Biodermogenesi, un trattamento non invasivo che non crea nessun tipo di reazione, ti addormenti, si può fare ovunque e agisce su occhiaie, cicatrici, rughe, smagliature, dà luminosità sui pori dilatati ma la cosa bella è che è stato sperimentato, con risultati importanti, su una donna con lesioni da acido dopo un’aggressione. Le sedute hanno dei costi relativamente bassi e mi piaceva l’idea che, attraverso questo macchinario, si regali un sogno anche a chi magari ha avuto dei traumi forti.
Veniamo al trucco e al tuo approccio:
Io aiuto le persone a trovare se stesse, non ad essere più belle. Io odio il trucco che tende a togliere i difetti, che ti vedi un mostro con il contouring. Siamo nel 2024. Dobbiamo rappresentate te stessa al meglio, odio i mascheroni che si vedono in giro nel mondo di instagram, youtube, di tik tok, sono il racconto di un filtro e ci sono persone che diventano vittime di questo, così come prima accadeva con le copertine dei giornali, dove tutti pensavano che le top model fossero realmente così.
Veramente vuoi essere trasformata così tanto che poi ti trucchi e non ti riconosci?
Le tendenze di quest’anno Autunno-Inverno e feste?
C’è un ritorno al minimalismo assoluto, al minimal chic, le labbra rosse diventano assolutamente un dettaglio a cui non si può rinunciare come il mascara. Sono i due elementi che non ti abbandoneranno mai. Il mondo dello skincare si è impadronito del make-up quindi quando ti trucchi ti stai anche già trattando, curando e questa è una cosa importante. L’innovazione oggi permette ai prodotti di essere più performanti proprio per questo motivo quindi basta poco per essere belle.
Come lo saremo in queste feste?
Per la bocca: ora va un mat opalescente, un rossetto mat che idrati, tratti e curi, a differenza di rossetti del passato che invece distruggevano, rendevano la bocca secca.
Io ho creato una grande novità, mi sono ispirato al Giappone, ho rispolverato il diploma da maestro del gioiello, ho creato dei gioielli per le labbra in metallo con una stampa del fiore di loto, ispirazione dai giardini giapponesi perché io vorrei che anche in autunno e inverno, ci si ispiri alle parti più colorate che vediamo nel mondo.
Ho preso un mix di oli curativi per le labbra ed ho creato dei rossetti in una nuance di colori: dal trasparente ai rossi intensi. Chi non ama la bocca disegnata anni ‘50 potrà divertirsi trattando le labbra ma al tempo stesso potrà giocare con più colori creando anche da sola il proprio rosso. C’è anche il nude e il color carne, e c’è il ritorno all’applicazione con il polpastrello. La scelta anche di disegnare la bocca ti dà la possibilità di esprimerti come meglio ti senti.
Per il viso: le donne non vogliono più scegliere troppo il fondotinta e rischiare il colore sbagliato. Ho creato un prodotto che non è un fondotinta, è un perfezionatore della pelle in tre toni, te lo spruzzi e sei a posto. Si chiama velo, che si può leggere il contrario “Love”.
Per gli occhi: Ho creato un matitone per occhi con tutti i colori, dallo champagne al gold rose, l’oro e il bronzo, accarezzano l’occhio e sono in crema, danno matericità, si sfumano e poi sono long lasting. Salutiamo quest’anno brillantini e paiette, la luce è più shimmer.
Ci sono le irrinunciabili all’eyeliner. Per loro il consiglio è di utilizzare su tutta la palpebra uno di questi colori, farli asciugare e poi creare un eye-liner. Devono però essere ombretti che si sfumano e poi che si asciugano. I longlasting di vecchia generazione sono aboliti perché ti seccano e non ti permettono la sfumatura. Non c’è tempo per ritoccarsi.
Napoletana trapiantata a Roma nel 2006, dopo un inizio da programmatore di rassegne cinematografiche, si dedica al giornalismo di cinema, prima per una radio internazionale, poi in TV come critico cinematografico e su riviste e magazine specializzati. Dalla maternità in poi si dedica anche a scrivere delle infinite sfumature dell’essere donna e mamma. Nel tempo libero che riesce a trovare, si dedica all’altra sua grande passione: cantare con Le Mani Avanti, un coro a cappella di 30 elementi.