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Libro della settimana: Lunedì mi innamoro di Enrico Fovanna

Libro della settimana: Lunedì mi innamoro di Enrico Fovanna

Mi è rimasta sulla pelle per giorni l’atmosfera di dolce e garbata malinconia che pervade tutto il romanzo, la storia, i personaggi che ci scorrono dentro, così come scorre il fiume, portando con sé il tempo di quando si aveva tempo e che tutti noi, o almeno la maggior parte, ricorda come il più bello della propria vita.

L’acqua è un elemento importante in Lunedì mi innamoro, come lo è l’amicizia, quella che diventa fratellanza e rimane per sempre, anche quando la vita porta altrove e la grammatica del destino ha il sopravvento. Gli anni dell’Università, le lezioni, gli esami a scandire il tempo sospeso. La città, in questo caso Pavia, che per chi negli anni 80 arrivava dal paese era un bengodi da scoprire. Le ragazze, gli amori, la musica, i buchi neri, quella fase dell’esistenza meravigliosa e maledetta prima di diventare adulti in cui si fa di tutto per sfuggire al per sempre. E’ la storia principalmente di Febo e Giorgio. L’uno raffinato, colto, carismatico, già abituato a respirare la città. L’altro rustico, curioso, la cui intelligenza viva è chiamata a fare i conti con la concretezza dei montanari: sogna di fare il giornalista, ma si iscrive a Economia e Commercio. Eppure i due si annusano, vittime dell’alchimia che attira le persone, spesso loro malgrado, e percorrono un tratto di strada insieme all’ombra del collegio Fraccaro. Sono anche gli anni dell’eroina che prima incanta e poi distrugge e che si prende la fragilità di Febo, nonostante Giorgio. A dare l’abbrivio al romanzo è il passato che ritorna, sotto forma di una richiesta d’amicizia su Facebook che arriva a Giorgio, giornalista ormai affermato in un quotidiano milanese (a volte i sogni si avverano). A inviarla è Febo, morto di overdose ormai da parecchio. Chi può esserci dietro questo scherzo macabro? Giorgio inizia ad indagare. Interroga l’anonimo interlocutore e ottiene le risposte che solo Febo avrebbe potuto dare. Riprende i contatti con alcuni amici di allora ma soprattutto riscopre Febo, che in qualche modo gli regala un finale inatteso, sorprendente e bellissimo.

“Cosa farai da grande?” dissi.

Come se non avesse sentito guardò ancora le punte delle montagne, abbagliate dai cieli della sera d’estate.

“Un’idea te la sarai fatta” provai ad insistere.

“Il bibliotecario. O l’angelo custode. L’importante è che ci sia silenzio. E un posto tranquillo, come questo”.

“Ma una donna?” chiesi. “Una con cui invecchiare? Perché non ti fermi mai?”

Sorrise. “Va bene, dai. Lunedì mi innamoro”.

Io amo la scrittura limpida e avvolgente di Enrico Fovanna. Lunedì mi innamoro è un romanzo splendido, su quello che siamo stati e che ci ha portato fin qui, sulla vita.