Orienteering: mantiene il cervello attivo e fa bene al fisico

Stimolare e mantenere efficiente il nostro cervello è importante a tutte le età e lo si può fare in tanti modi diversi. L’orienteering, la corsa di orientamento, è un’ottima soluzione che consente di stimolare la mente, mantenerla agile e allo stesso tempo fare attività sportiva.
È adatto a tutti, dai ragazzi e anche a chi è più in là con gli anni, si svolge all’aria aperta e il luogo ideale è il bosco, ma è possibile farlo anche in città magari per scoprire angoli poco noti. Si può partecipare in squadra o singolarmente e l’obiettivo è arrivare alla meta il più velocemente possibile, scegliendo il percorso migliore che non è detto che sia il più veloce.
La condizione imprescindibile è non usare lo smartphone 😉
Dove nasce l’Orienteering?
La combinazione aria aperta – orientamento è ciò che caratterizza l’orienteering, nato a fine Ottocento nei paesi scandinavi si è poi diffuso in nei paesi del nord il vero cambio di passo si ha nel 1961, a Copenaghen, quando viene istituita la IOF, la Federazione internazionale di Orienteering. Ad oggi sono 70 i paesi iscritti alla IOF e circa 3milioni i praticanti nel mondo. In Italia è arrivato alla fine degli anni Sessanta del Novecento, la Federazione Italiana Sport Orientamento (F.I.S.O.) conta, oggi, circa 9mila tesserati, la sede è a Trento ed è presente in tutte le regioni italiane. La caratteristica è di garantire a giovani e meno giovani un’attività sportiva sia da un punto di vista fisico sia mentale ed è anche un modo per socializzare e fare squadra.
Come si pratica l’Orienteering?
I partecipanti vengono dotati di una carta topografica realizzata appositamente per questo sport, con segni convenzionali unificati in tutto il mondo. È possibile gareggiare singolarmente o in squadra passando dai diversi punti di controllo posti sul territorio. Durante la gara il concorrente deve raggiungere i punti di controllo nella sequenza in cui sono numerati sulla carta. Una volta raggiunto il punto di controllo è necessario registrare il passaggio sul proprio testimone di gara. Il vincitore è chi impiega il tempo minore, ma questo non vuol dire il più veloce, ma la persona che riesce ad orientarsi più rapidamente e a scegliere il percorso migliore. È stimolante, divertente e ci si mette in gioco e ogni volta diverso.

Abbigliamento
Per iniziare serve un abbigliamento comodo, meglio pantaloni lunghi quando ci si nuove nei boschi, scarpe da trekking o trail per una buona adesione al terreno e naturalmente è indispensabile la bussola, meglio se trasparente.
Migliora la concentrazione
Ormai, abbiamo sempre lo smartphone in mano e lo usiamo continuamente per trovare qualunque informazione anche la più banale. Al contrario, dover basarsi su una mappa, rimanere concentrati, cambiare strategia e monitorare continuamente se si sta andando nella direzione corretta stimola il cervello. Non ci si può mai distrarre e le informazioni vengono fornite solo dalla mappa e dalla bussola. In questo sport vince chi riesce a rilocalizzarsi il più velocemente possibile.
Fa bene al fisico
È un‘attività che combina, resistenza e velocità che ognuno può modulare in base alla condizione fisica e all’età e il risultato è un beneficio per il sistema cardiorespiratorio, quando praticato con costanza aiuta anche a perdere un po’ di peso e poi stare all’aria aperta rilassa e migliora l’umore.
Non solo corsa
Le quattro discipline sono: Foot (corsa), MBT con la mountain bike, Ski orienteering e Trail orienteering (orientamento di precisione), quest’ultimo consente l’affiliazione al CIP – Comitato Italiano Paralimpico ed è una disciplina che non prevede di raggiungere fisicamente i punti di controllo posizionati sul terreno di gara, ma di identificarli a distanza.

Milanese da sempre. Laurea in Lingue e letterature straniere moderne presso l’Università Statale di Milano, e successivamente marketing in Bocconi.
Il mio percorso è iniziato in agenzie di pubblicità per proseguire in aziende farmaceutiche, esperienza che è durata oltre vent’anni in diverse multinazionali.
La passione per la comunicazione e la divulgazione scientifica mi hanno spinto a scrivere per varie testate e a collaborare con agenzie e associazioni pazienti.
Giornalista pubblicista e membro Unamsi, Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione.
Nel tempo libero sono una runner appassionata, ma non fanatica. In inverno non rinuncio a sciare, ma amo il mare. Ho una grande passione per i viaggi che condivido con mio marito.