Libri: Il Francese di Massimo Carlotto
All’anagrafe è Toni Zanchetta. Nel Nord Est, la sua zona di competenza, è conosciuto come il Francese.
Professione, macrò: capo di una maison che ha in portfolio ragazze bellissime. Ognuna con una parte precisa in commedia, un ruolo disegnato per soddisfare le fantasie più segrete di commercianti, imprenditori, notabili, preti anche, perché il vizio non fa distinzioni di censo o di religione, basta avere i soldi. Il Francese negli anni si è costruito la sua nicchia di mercato. E in un mondo dove la violenza e lo sfruttamento sono il pane quotidiano, lui le sue mademoiselle le tratta con i guanti bianchi: prende gli appuntamenti, le scorta in alberghi di gran lusso e divide a metà i compensi. Tra datore di lavoro e dipendenti gli accordi sono chiari. Nessuno deve fare il furbo e per affrancarsi servono 200.000 euro.
Quando una delle ragazze se la fila, Toni per un po’ la cerca poi se ne fa una ragione, lasciando credere alle altre di aver regolato i conti. Tutto precipita alla scomparsa di Claire, per i genitori studente di psicologia fuori sede, in realtà una delle ragazze più ricercate del catalogo. Il Francese è l’ultimo ad averla vista, non c’entra nulla con la sparizione, ma il direttore di banca che avrebbe potuto fornirgli un alibi e dal quale era passato, chiamato da un’altra mademoiselle, era ammanettato ad un termosifone vestito da sposa e capite bene. Per salvarsi la pelle e tenere a bada il commissario Franca Ardizzone, che lo vuole in galera, a prescindere dalla colpevolezza sulla sparizione di Claire, Toni Zanchetta deve scendere a patti con una banda di slavi, intenzionata ad allargare il raggio dei propri affari in zona. Non basta. Il Francese capisce che l’unico modo per uscirne e riprendere una qualsiasi vita è scoprire che fine ha fatto la sua protetta. Solo che questo lo costringe ad addentrasi in un gioco pericoloso, dove nessun rispetta le regole, neanche i buoni.
Dopo l’Alligatore, Massimo Carlotto disegna un nuovo bellissimo personaggio e mostra la sua straordinaria capacità di raccontare la società, le sue storture e il marcio che si nasconde dietro il perbenismo di facciata, messi a nudo anche in romanzi inchiesta: penso a Perdas de Fogu, scritto con il collettivo Mama Sabot o a Nordest, con Massimo Videtta.
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Gino Tomasini, bresciano, Giornalista Professionista
Studi di filosofia, Master in “Relazioni Pubbliche d’impresa” all’Università IULM di Milano. Dal 1990 vivo di parole, prima in radio, poi in alcuni quotidiani locali, tv e agenzie di pubbliche relazioni. Dal 2006 communications manager in una multinazionale farmaceutica.
Appassionato di libri.